Come nasce e come funziona una startup? Se ne parla al terzo incontro dei JTalks Streaming edition
Continuano gli appuntamenti con i JTalks Streaming edition e questa sera interverrà Davide Schaumann per parlare di start up, architettura e videogames. Sono queste infatti le sue specialità. O quasi…
“Ho studiato architettura al Politecnico di Milano, poi sono andato in Israele e ho conseguito un PhD al Technion sull’architettura digitale che serve per capire come l’architettura condiziona il comportamento delle persone. Nella mia ricerca, per esempio, l’ho fatto con un ospedale: come impatta l’edificio sui movimenti dei pazienti, dei dottori, degli infermieri, degli accompagnatori…? Così ho imparato a sviluppare delle simulazioni molto simili a quelle che si usano per creare i videogiochi. Anzi, ho usato proprio le stesse tecnologie che in quell’ambito servono a rendere realistica l’interazione tra il giocatore e quello che succede nel gioco, l’intelligenza artificiale. I miei agenti virtuali si muovevano allo stesso modo nell’edificio – ospedale, percependo lo spazio e interagendo con questo”.
A cosa serve?
“Quello che interessava e interessa tuttora a me è capire come ottimizzare al meglio lo spazio e le attività delle persone. Per approfondire questo tema sono andato in New Jersey per un Postdoc in computer graphics e computer science. In seguito sono stato accettato al programma Runway Startup Postdoc della Cornell Tech (un nuovo campus della Cornell University e Technion). Volevo trasformare la mia ricerca in un’applicazione commerciale e il programma che sto seguendo serve da un incubatore, che sostiene la creazione di una start up”.
E ora siamo proprio nel mezzo del cammino di questa esperienza: la startup si chiama Spacemate e state cercando di applicare le vostre conoscenze al mondo dell’ecommerce.
“Esatto. La start up si occupa di ottimizzare gli spazi nell’ambito dell’ecommerce. Sto imparando moltissimo: la realtà è diversa dal mondo accademico. Occorre gestire mille cose diverse, necessità reali e molto concrete che determinano il successo o il fallimento del progetto. Bisogna gestire edifici già esistenti e renderli più produttivi, occuparsi della logistica e di caratteristiche peculiari di ogni cliente, dai più complessi (come quelli che vendono cibo che può essere deperibile) ai più semplici. Una sfida, bellissima. Con la stessa carica di stress che si vive nell’ambiente accademico, con la differenza che lì la competizione si gioca a colpi di papers, qui a colpi di dollari… Ma la riflessione che vorrei condividere questa sera in streaming è che la nascita e la crescita di una start up possono essere insegnate“.
Ore 18, su Zoom e Facebook!
È nata a Milano nel 1973. Giornalista, autrice, spesso ghostwriter, lavora per il web e diverse testate cartacee.