Pubblichiamo volentieri le parole della nostra collaboratrice Bianca Ambrosio, autrice del pezzo
L’articolo di Bianca Ambrosio “Yom Hazikaron, Israeliani e Palestinesi insieme per un futuro di pace“ pubblicato su Joimag il 28 aprile, ha suscitato diverse polemiche sulle bacheche di Facebook. Abbiamo invitato i commentatori a scriverci con l’intenzione di pubblicare e dare voce a punti di vista diversi, come tendiamo fare sempre su questioni importanti. Fino ad ora non abbiamo ricevuto niente, mentre l’autrice dell’articolo, Bianca Ambrosio, ci ha mandato una lettera che volentieri vi proponiamo.
Cari lettori, cari lettrici, cara comunità tutta,
amici e conoscenti mi hanno informata di diverse polemiche pubblicate su facebook in seguito al mio articolo pubblicato da Joimag il 28 aprile.
Mi rammarica anzitutto sapere che una cerimonia organizzata da persone che hanno perso i propri cari durante il conflitto e che hanno scelto una via di pace e riconciliazione, crei disappunto e disdegno nella nostra comunità. Invito chiunque sia coinvolto in queste polemiche a guardare il video integrale della cerimonia e dire cosa c’è in questo evento di pericoloso, fuorviante o distorto. Chi partecipa a questa cerimonia auspica la fine della violenza e un futuro di coesistenza pacifica e di speranza che garantisca che non si debbano aggiungere altre vittime da ambo le parti.
Proseguo con il far notare che un evento che ha riunito quasi 200.000 spettatori merita di essere riportato e raccontato, a prescindere che si sia d’accordo o meno.
Infine vorrei fare un appello alla nostra comunità: credo sia arrivato il momento di porre fine a tentativi di monopolizzazione delle posizioni legittime su Israele. Siamo una comunità varia e plurale e plurali sono le nostre opinioni. La campagna che vuole illegittimo ogni pensiero che critica o si distanzia da determinate politiche è pericolosa e non degna di una comunità aperta e liberale. Lasciate dunque che ciascuno esprima le proprie opinioni, anche se non da tutti condivise. Siamo sempre disponibili a un dialogo costruttivo nei luoghi preposti.