La madre deportata e la nonna uccisa in una camera a gas: ecco cosa ha scoperto il fondatore dei Kiss attraverso una serie di documenti ritrovati da un quotidiano tedesco
Il quotidiano domenicale tedesco Bild am Sonntag ha procurato al leader Kiss, Gene Simmons, 100 pagine di documenti che raccontano gli anni trascorsi dalla madre in due campi di concentramento nazisti. Gene Simmons, nato ad Haifa il 25 agosto 1949 con il nome di Chaim Weitz da Ferenc (Feri) Weitz e Flóra Kovács (Florence Klein), due ebrei ungheresi trasferitisi in Israele dopo la Seconda guerra mondiale.
Nel 1957, dopo che il padre aveva abbandonato la famiglia, Gene e la madre si trasferirono negli Stati Uniti, a New York, dove Simmons, insieme a Paul Stanley, ha fondato i Kiss, la band mascherata, in attività da quasi 50 anni, diventata un simbolo del rock and roll a stelle e strisce (oltre cento milioni di album venduti), introdotta nella Rock and Roll Hall of Fame.
“Tutto quel che sapevo finora è che mia madre era sopravvissuta alla tragedia dei campi di concentramento. In tutta la sua vita non ha mai voluto raccontare i dettagli della prigionia. Il suo motto, dopo essere uscita viva da quel calvario, è sempre stato: “Every day on earth is a good day”.
Flora Klein, morta a 93 anni negli Stati Uniti, aveva 19 anni quando venne liberata a Mauthausen dalle truppe americane. Risulta dai documenti acquisiti dal quotidiano tedesco e consegnati al bassista-vocalist dei Kiss.Tra i documenti recuperati nelle scorse settimane anche uno scritto autografo della signora Klein: “Nel 1944 sono stata deportata a a Ravensbruck e costretta a lavorare nel campi di patate per molte ore al giorno. Ho vissuto nel famigerato Blocco 21. Come vestito avevo una tuta con disegnata sulla schiena una grande croce bianca. Prima di essere deportata, vivevo a Budapest dove i nazisti che controllavano ossessivamente ogni mossa degli ebrei, ci avevano imposto di cucire sugli abiti, in prossimità del petto, una Stella di Davide Gialla”. Flora Klein rivela anche l’ultimo disperato colloquio con la madre, Ester Blaus, “una manciata di minuti prima che venisse trascinata in un camera a gas. Le ho stretto la mano un’ultima volta e poi l’hanno portata via…”.
“Mia madre ha affrontato tutto questo da sola. Era una donna straordinariamente forte e coraggiosa…” ha commentato Simmons in lacrime, prima di aggiugere: “Bisogna sempre ricordare quello che è successo perché il rischio è che questo possa ripetersi ancora. Non è una bella notizia sapere che in alcuni stati agli ebrei viene consigliato di non indossare la Kippah quando escono di casa…“.
Giornalista, autore, critico musicale. Dopo numerose esperienze