Sono passati quasi 15 anni da quando Borat Sagdiyev, il giornalista kazako nato dalla fantasia del cominco britannico Sacha Baron Cohen ha fatto la sua ultima apparizione. Quella volta aveva parlato di sua moglie, e quello sketch si è impresso nella nostra memoria in maniera indelebile. Anzi, per gli appassionati sentire e rivedere nella mente quella scena è diventato quasi un tarlo. Così racconta il magazine americano The Forward che annuncia l’arrivo del sequel.

Stando alle informazioni riportate da The Forward, le riprese di Borat 2, il seguito di “Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan” (2006) sono concluse e il film è stato proiettato per una manciata di persone dell’industria cinematografica.

Bene, ma cosa potrebbe significare riportare in vita Borat? Sarà capace Sacha Baron Cohen a essere divertente anche nell’America di Trump? Chissà, viene da chiedersi proprio stamattina, se riuscirà a modificare al volo il montato per infilare anche una battuta sull’ultimissima notizia riguardo il Presidente degli Stati Uniti, quello che lo vede candidato al Nobel per la Pace (per l’accordo tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti)…

Nel suo viaggio precedente nel cuore del paese, Sacha Baron Cohen ci ha fatto conoscere le tensioni che animano l’America e la cultura che sosterrebbe l’intolleranza di Donald Trump. Ma oggi abbiamo troppa familiarità con la xenofobia che a quei tempi stava cercando di denunciare. Insomma, il gioco si sta facendo (un po’) più duro anche per Borat. Che però potrebbe sorprenderci, diagnosticando in modo inventivo una nuova minaccia per l’America che non è ancora stata completamente cannibalizzata. Quale preoccupazione sarà protagonista del nuovo film? Magari scopriremo allevamenti di troll russi o, facendo leva sui discorsi d’odio e tutto quello che comportano, vedremo moderatori Twitter impegnati a sorvegliare (in quanti?) i tipici tweet di Mr. Trump.