Anche quest’anno Israele si prepara ad accogliere nomi importanti della musica internazionale in una lunga e rovente estate di concerti, in realtà già inaugurata a maggio dalle esibizioni di Jon Bon Jovi e di Jamiroquai.
Quest’anno per fortuna non è successo. O almeno non ancora. Forse il rischio BDS (Boycott, Divestment and Sanctions) in ambito musicale a questo giro è scampato. Del resto già nel 2017, una settimana prima di salire sul palco di Tel Aviv, il frontman dei Radiohead Thom Yorke aveva detto che “la musica e l’arte devono superare i confini, non crearne di nuovi”.
Vediamo dunque alcune delle proposte offerte dai palcoscenici israeliani nei prossimi mesi, principalmente, ma non solo, nei luoghi simbolo delle manifestazioni musicali del paese, cioè Tel Aviv e Cesarea. Possiamo anticipare che nessuno resterà deluso, sebbene i rockettari nostalgici ci sembrino privilegiati in maniera specifica.
A Milano come a Tel Aviv, per chi ama la musica assistere a un concerto è un’esperienza irripetibile, il modo più autentico e travolgente per vivere la propria passione. Di sicuro partecipare a un concerto in Israele può essere un’opportunità eccellente per rendere ancor più speciale una breve vacanza o per allietare un prolungato periodo di soggiorno, magari di lavoro.
Ad aprire le danze ci ha pensato Ringo Starr, reduce da due date consecutive alla Menora Mivtachim Arena di Tel Aviv. Atterrato in Israele col desiderio di portare un “messaggio di pace e d’amore” in puro stile power flower, tuttavia le esibizioni dell’ex beatle hanno suscitato pareri contrastanti, non risultando del tutto convincenti. In ogni caso, sono state due performance di notevole significato, le quali chiudono felicemente – e, supponiamo, in maniera definitiva – le vicissitudini tra i concerti dei Beatles e lo Stato d’Israele.
Dopo il batterista di Liverpool, proprio mentre scriviamo queste righe si esibirà al Park Ha-Yarkon di Tel Aviv la star colombiana Maluma, al secolo Juan Luis Londoño Arias. Come succede in questi casi, i grandi concerti internazionali rappresentano anche una bella possibilità per gli artisti locali, i quali spesso sono chiamati a “supportare” le performance dei big stranieri. Maluma, ad esempio, ospiterà Eden Ben Zaken, finalista della prima edizione dell’X Factor israeliano, la cui musica ben si adatta alle sonorità del cantautore latino.
Se però vogliamo parlare di rock, non possiamo esimerci dal segnalare lo show del “principe delle tenebre”, ovvero Ozzy Osbourne, che l’8 luglio suonerà al Live Park di Rishon Le-Zion. Non è il primo concerto del leader dei Black Sabbath in Israele ma di sicuro sarà l’ultimo. Osbourne, infatti, sta portando avanti una lunga tournée d’addio alle scene, destinata a concludersi nel 2020. Si tratta quindi di un’occasione da non perdere.
Sarà, invece, la prima volta nello Stato ebraico per gli Alice in Chains che il 18 luglio suoneranno a Cesarea nella loro ultima formazione. Li seguiranno a ruota gli Scorpions, i quali faranno tappa a Tel Aviv per un nuovo atto del maestoso “Crazy World Tour 2018”. Tutti il l9 luglio alla Menora Mivtachim Arena allora, pronti a intonare “Winds of change” e altri capolavori del gruppo di Hannover.
Più di nicchia sarà l’esibizione di Marc Lanegan che suonerà il 28 luglio al mitico Barby di Tel Aviv. Profeta del grunge made in Seattle e cantautore solista dagli anni ’90, l’artista statunitense non deluderà quanti accorreranno a vederlo dal vivo.
La nostalgia per l’ultimo decennio d’oro della musica mondiale sarà ulteriormente colmata dalla visita di Alanis Morrisette, che attenderà i fan il 30 luglio al Live Park di Rishon Le-Zion. Non sono più i tempi di Ironic e You oughta know ma non è una buona ragione per lasciarsi sfuggire la performance della cantante canadese, la quale, inoltre, sarà introdotta da un’altra voce israeliana d’eccezione: Ninette.
Gli amanti del reggae potranno, invece, godersi due concerti di Ziggy Marley, che si esibirà il 31 luglio e il primo agosto in due location diverse, rispettivamente il Barby e lo Zappa Amphi di Shuni. Ben più imponente sarà il Lollipop Summer Pop Festival, previsto sempre per il primo agosto a Rishon Le-Zion. Per la prima volta, infatti, Israele ospiterà alcuni tra i principali rappresentanti della scena pop mondiale. Bastano soltanto due nomi: Jason Derulo e Rita Ora. Se ci aggiungiamo le popstar israeliane Eliad Nahum, Axum, e Adi Ulmansky, il quadro sarà assolutamente perfetto. Non possiamo dimenticare poi il leader dei Beach Boys, Brian Wilson, il quale salirà sul palco della Menora Mivtachim Arena il 7 agosto per rievocare gli strepitosi successi della band simbolo del surf rock, in una data unica che già si preannuncia storica.
A chiudere l’itinerario della buona musica dei giorni andati ci saranno i Manhattan Transfer, l’8 agosto al Wohl Amphitheater di Tel Aviv, e Marc Almond, a Cesarea il 14 agosto. Ce ne sarà per tutti i gusti, insomma, per tutte le tasche e per tutte le età. Anche in questo 2018 Israele si conferma quindi una meta di eccezione nel grand tour dei concerti estivi. Si prospetta una nuova, esaltante stagione che una volta di più collocherà lo Stato ebraico al centro della scena.
Sara Ferrari insegna Lingua e Cultura Ebraica presso l’Università degli Studi di Milano ed ebraico biblico presso il Centro Culturale Protestante della stessa città. Si occupa di letteratura ebraica moderna e contemporanea, principalmente di poesia, con alcune incursioni in ambito cinematografico. Tra le sue pubblicazioni: Forte come la morte è l’amore. Tremila anni di poesia d’amore ebraica (Salomone Belforte Editore, 2007); La notte tace. La Shoah nella poesia ebraica (Salomone Belforte Editore, 2010), Poeti e poesie della Bibbia (Claudiana editrice, 2018). Ha tradotto e curato le edizioni italiane di Yehuda Amichai, Nel giardino pubblico (A Oriente!, 2008) e Uri Orlev, Poesie scritte a tredici anni a Bergen-Belsen (Editrice La Giuntina, 2013).