L’11 aprile 1961 prese il via il processo che svelò al mondo la reale portata dei crimini e delle atrocità naziste. Sul banco degli imputati un criminale di guerra che non ha mai mostrato segni di rimorso
«Anche se Eichmann non era forse così banale come voleva far credere, l’idea che egli sia stato un uomo qualunque, e non un mostro di perversione e di sadismo, serve indubbiamente a risvegliare le coscienze. Mentre infatti l’idea della mostruosità ci permette di prendere fin troppo facilmente le distanze, l’idea della “normalità” ci impone di interrogarci sul nostro atteggiamento di “uomini funzionali”, che in occasioni certamente meno drammatiche preferiamo svolgere il nostro ruolo senza interrogarci sulle conseguenze delle nostre azioni, volgendo magari “banalmente” lo sguardo altrove…». Così ha dichiarato a Joimag Alessandro Costazza, docente di lingua e letteratura tedesca all’Università di Milano, organizzatore con il patrocinio del Goethe Institut di un incontro online intitolato Eichmann al cinema.
Quella di Eichmann è la storia di un criminale di guerra considerato uno dei maggiori responsabili operativi dello sterminio degli ebrei nella Germania nazista. Un uomo grigio e spietato, ossessionato dall’idea di compiacere i gerarchi nazisti superiori in grado, diventato il simbolo della banalità del male, definizione coniata dalla politologa e filosofa Hannah Arendt autrice del saggio Eichmann in Jerusalem – A Report on the Banality of Evil.
Era l’11 aprile del 1961 quando Eichmann fece il suo ingresso nell’aula del tribunale di Gerusalemme. L’ultimo atto della sua vita dopo la fuga in Argentina alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Una fuga durata anni, interrotta l’11 maggio del 1960 da un un gruppo di agenti del Mossad che lo catturò dopo averlo atteso ad una fermata dell’autobus in una strada semideserta a venti chilometri dalla capitale argentina.
Dieci giorni dopo, Eichmann, a lungo interrogato dagli agenti che lo avevano arrestato, venne traferito in Israele con un volo che ufficialmente doveva riportare a casa una rappresentanza diplomatica israeliana arrivata in Argentina per i festeggiamenti dell’anniversario dell’indipendenza. Era il 22 maggio. Il pomeriggio del giorno successivo, il primo ministro Ben-Gurion annunciò la sua cattura al parlamento israeliano. Al termine durato del processo, Eichmann venne condannato a morte e impiccato il 2 giugno del 1962.