A Tel Aviv il cuore pulsante delle attività è il quartiere di Jaffa, dove il mese di dicembre è culmina con la celebre Christmas Parade del giorno 27
Il mese di dicembre in Israele, terra delle tre grandi religioni monoteiste, è da sempre il momento più atteso dai cristiani di tutto il mondo, che spesso approfittano del periodo delle vacanze natalizie per esplorare la Terra Santa. Nonostante le restrizioni al turismo dovute a causa della nuova variante Omicron, Israele, anche quest’anno, non rinuncia all’apertura dei luoghi della religione cristiana per festeggiare il Natale, tanto amato non solo da grandi e piccini ma anche da chi cristiano non è, ma approfitta dei mercati natalizi e degli eventi organizzati dalle principali città “miste” per viver un momento di convivenza tra religioni, generazioni e comunità diverse.
I principali luoghi in cui celebrare le festività natalizie sono, oltre alle due grandi città – Gerusalemme e Tel Aviv – anche le due patrie di Gesù: Betlemme e Nazareth. A Tel Aviv il cuore pulsante delle attività è il quartiere di Jaffa, vero centro della comunità araba cristiana locale. Qui tutto il mese, lungo le principali strade che attraversano la città vecchia, è scandito da un intenso calendario di attività – in entrambe le lingue – che culminano il 27 dicembre con la celebre Christmas Parade, con tanto di fuochi d’artificio e Babbo Natale.
In occasione di questi giorni di festa la municipalità di Tel Aviv organizza anche una speciale raccolta di beni di prima necessità, coinvolgendo in prima persona i bambini di diverse scuole, per aiutare gli oltre 1200 coetanei – figli o orfani di rifugiati politici – grazie alla ONG Mesila che, dal 1999, si occupa della causa dei piccoli immigrati, nonché futuri cittadini della White City. Per altro, non solo a Jaffa, ma anche nella Città Bianca, ormai da anni, presso il locale Teder – nel cui immenso spazio pubblico vengono spesso organizzati concerti – oltre al mercatino di Natale vengono proiettati una serie di film dal tema natalizio.
L’atmosfera natalizia è più sentita che mai a Gerusalemme, soprattutto nel quartiere cristiano e in quello armeno, con tutte le chiese addobbate a festa, così come presso il YMCA e altri ostelli, abituati ad ospitare giovani pellegrini provenienti da tutto il mondo che, in tempi non pandemici, durante i giorni della natività affrontano tutti assieme la Via Dolorosa offrendo uno spettacolo davvero unico. Questi quartieri e questi luoghi di ritrovo sono anche le principali location dei concerti di Natale, con orchestre di professionisti i cui membri spesso appartengono a tutte e tre le religioni. Quanto alla città di Gesù, Nazareth è sicuramente un luogo speciale da visitare in questi giorni dove – a parte la neve – tra mercatini, presepi, alberi e babbi natale, non manca nulla per respirare un’aria quasi di montagna, che attira un vasto pubblico in arrivo da tutto il Paese. Qui la Christmas Parade è attesa il 24 dicembre.
Infine, per cogliere la vera magia di questa festività, rimane imperdibile la poesia della Messa di Betlemme, luogo di nascita del nazareno dove, tuttavia – già prima dell’arrivo del Covid, a causa del numero incredibile di partecipanti che attendono di entrare nella Chiesa della Natività – è necessario iscriversi ad una lotteria che regolamenta ogni anno solo un certo numero di ingressi. Tentare (la fortuna) non nuoce, così come vale la pena anche solo recarsi in visita di questa piccola ma deliziosa cittadina, luogo privilegiato da parte dei pellegrini che, solitamente, arrivano da ogni dove.
Anche se, probabilmente, quest’anno non ci saranno, il Natale, la cui atmosfera in Terra Santa è più unica che in qualunque altro luogo al mondo, è sicuramente uno di quei momenti in cui, più che in ogni altro, si respira un sentimento di pace, solidarietà e convivenza. Ovvero ciò che, aldilà dei conflitti politici, caratterizza questo piccolo ma incredibile angolo del Medio Oriente.
In attesa che possa riaprire al più presto al turismo, buon Natale a tutti dalla Terra Santa.
Curatrice presso il Museo Eretz Israel, nasce a Milano nel 1981 e dal 2009 si trasferisce a Tel Aviv per un Dottorato in Antropologia a cui segue un Postdottorato e nel 2016 la nascita di Enrico: 50% italiano, 50% israeliano, come il suo compagno Udi. Collaboratrice dal 2019 per l’Avvenire, ha pubblicato nel 2015 il suo primo romanzo “Life on Mars” (Tiqqun) e nel 2017 “The Israeli Defence Forces’ Representation in Israeli Cinema” (Cambridge Scholars Publishing). Il suo ultimo libro è Tel Aviv – Mondo in tasca, una guida per i cinque sensi alla scoperta della città bianca, Laurana editore.