Dodici canzoni del “poeta” reinterpretate magistralmente da Peter Gabriel, Iggy Pop, Mavis Staples, Gregory Porter, Bill Frisell…
Here It Is: A Tribute to Leonard Cohen è un disco straordinario. Diciamolo subito senza giri di parole. Nelle reinterpretazioni, a cura di Norah Jones, Peter Gabriel, Gregory Porter, Sarah McLachlan, Luciana Souza, James Taylor, Iggy Pop, Mavis Staples, David Gray e Nathaniel Rateliff, la musica del “poeta” rivive in una versione intensissima quanto ispirata.
Le dodici tracce dell’album sono un omaggio riuscito e artisticamente elevato, a cominciare dal mood che pervade Steer Your Way, reinterpretata da Norah Jones, nel segno della perfetta sincronizzazione tra musica, parole ed arrangiamenti raffinatissimi. Ecco, la raffinatezza è proprio la cifra stilistica del disco che raggiunge subito, con la seconda traccia, uno dei suoi momenti più alti grazie a Peter Gabriel che si tuffa in Here It Is miscelando sapientemente il suo inconfondibile timbro con l’approccio vocale di Cohen.
Assolutamente a fuoco ance il remake di Suzanne da parte di Gregory Porter un gigante della voce, che rende omaggio senza replicare e nemmeno stravolgere un classico senza tempo della musica contemporanea. Il tutto su un “tappeto” di suoni di rara bellezza. Di Hallelujah nel corso degli anni sono state realizzate decine di cover : quella di Sarah McLachlan ha il merito mantenersi fedele all’originale con qualche variazione “jazzy”. Che non stona, anzi. Perfettamente riuscita anche la versione jazzata di Avalanche eseguita da Immanuel Wilkins.
Coming Back To You è invece un intrigante passaggio nel blues che James Taylor impreziosisce con la classe che da sempre contraddistingue la sua arte. In questo parterre si staglia il contributo Iggy Pop, “l’iguana del rock and roll” che riesce a rendere ancora più buia e meravigliosamente inquietante You Want It Darker, cinque minuti di pura bellezza calati in’ un’atmofersra densa di emozioni e visioni mistiche. Fino al gran finale: “I’m Ready my Lord”. Non da meno If It Be Your Will, un gioiello reso ancor più immortale dall’immensa voce di Mavis Staples. A chiudere in bellezza, Bird On The Wire che accompagna alla fine dell’album con la brillante chitarra di Bill Frisell in evidenza. Un disco perfetto.
Giornalista, autore, critico musicale. Dopo numerose esperienze
Totalmente d’accordo. Veramente un gran disco, di solito non amo le opere “tributo” ma questo é veramente un ascolto fantastico.