Uno straordinario libro-verità basato esclusivamente sui diari di chi ha vissuto in prima persona il periodo più buio e drammatico della storia olandese
Un viaggio doloroso ma necessario per mantenere viva la memoria e le molte testimonianze dimenticate dell’Olocausto nei Paesi Bassi. “Un libro bellissimo e toccante sul periodo più buio della storia moderna olandese… Questo libro dà una voce potente a testimoni dimenticati” ha dichiarato David de Jong, autore di Miliardari nazisti a proposito di The Diary Keepers: World War II in the Netherlands, as Written by the People Who Lived Through It (Harper Collins).
L’autrice, Nina Siegal, ci aiuta a capire come il settantacinque per cento dei 140 mila ebrei olandesi, che vivevano un Paese dell’Europa occidentale prospero e colto, abbia potuto essere assassinato. Il libro della Siegal è basato su testi provenienti da una collezione di oltre duemila diari scritti da olandesi durante la Seconda Guerra Mondiale per lasciare una testimonianza indelebile di quella tragedia.
The Diary Keepers fa luce una parte della storia che non abbiamo mai considerato da questo punto di vista: dalle vicende di un ufficiale di polizia colluso con nazisti a un giornalista ebreo che documentava le attività quotidiane in un campo di sterminio. Il punto di partenza di Nina Siegal, cresciuta in una famiglia sopravvissuta all’Olocausto in Europa, è sempre stato interrogarsi su quale fosse stata l’esperienza della gente comune durante la Seconda Guerra Mondiale.
“Come un archeologo che scava un antico tempio, Nina Siegal ha dissotterrato centinaia di storie di vita sepolte dall’orrore inaudito del nazismo, Finora avevamo solo un’immagine in bianco e nero delle migliaia di vite distrutte. Ora, grazie a Siegal, le vediamo a colori” ha commentato Benjamin Moser, autore del premio Pulitzer per Sontag.
Come racconta Forward, uno degli aspetti più interessanti e sorprendenti del libro è la decisione di rendere pubblici i diari di due nazisti olandesi dichiarati, inciso lospietato il brutale detective della polizia Douwe Bakker, ossessionato dalla sua carriera, fervente ammiratore di Hitler, che non cela la sua gioia e soddisfazione per la persecuzione e la deportazione degli ebrei. Un altro diario contiene le riflessioni della moglie di un funzionario nazista olandese che, senza nessuna vergogna, racconta nei dettagli i vantaggi dell’essere parte della vita sociale dei nazisti in Olanda. Una scelta, quella di pubblicare questi diari, che rende ancor più esplicito il vero obiettivo della Siegal, ovvero “offrire una gamma di prospettive, esplorare zone grigie, territori di indecisione morale e momenti di collasso sociale“.
Finalmente, finalmente qualcuno alza il tappeto dove sono nascoste le cattive coscienze olandesi. L’Olanda si è sempre nascosta dietro la storia (tragica!) di Anne Frank e della sua famiglia, dell’eroina Miep e dei pochi sopravvissuti. Spero fortemente che qualche casa editrice colga l’occasione per tradurlo affinché sia chiaro a tutti quanto è successo tra i campi di tulipani. Grazie!