Dieci buone ragioni per partecipare alla controversa manifestazione torinese. E incontrare dieci ottimi autori, tra cui il Premio Strega Europeo
Perché un hashtag? Perché è uno slogan, un simbolo, un manifesto politico: opporsi all’estrema destra. Delle polemiche circa la presenza della casa editrice di estrema destra Altaforte al Salone del libro di Torino, si è letto su tutti i giornali. E molti autori invitati all’edizione 2019 della kermesse torinese hanno boicottato il boicottaggio di chi, indignato, ha annullato gli impegni presi. Un segnale forte quello di abbandonare il campo, certo, tanto che Regione Piemonte e Comune di Torino hanno chiesto ad Altaforte di ritirarsi. Ma molti altri, invece, hanno scelto la partecipazione. Per dire No! con forza, per contrastare attivamente chi cerca di fare apologia del fascismo, per proporre uno sguardo critico, per raccontare la Storia, per non dimenticare e per illuminare su quel presente che sa ancora un po’ di futuro. Dieci appuntamenti per chi sceglie, questa volta come pubblico, di dire io-vado-a-Torino.
- Aggiorniamo volentieri questo articolo perché il 12 maggio la casa editrice Neri Pozza ha comunicato che Fratelli d’anima ha vinto il Premio Strega Europeo. L’autore David Diop ha ricevuto il premio dal Presidente della Fondazione Bellonci, Giovanni Solimine, che ha dichiarato: “Mai come quest’anno l’Europa è al centro del dibattito pubblico e della lotta politica. Non si discute abbastanza, invece, dello spazio culturale europeo, di una secolare circolazione delle idee nel vecchio Continente, delle relazioni che tengono insieme i contesti di una ricca e diversificata produzione letteraria. Proprio per valorizzare tutto questo abbiamo istituito il Premio Strega Europeo”. Un riconoscimento analogo, offerto da BPER Banca, è stato assegnato al traduttore Giovanni Bogliolo, come segno tangibile dell’importanza che hanno le traduzioni come strumento di dialogo e di conoscenza. Al suo autore, David Diop, questo libro è valso anche il prestigioso premio Goncourt des Lycéens e l’entusiastico e unanime apprezzamento della critica. Perché Fratelli d’anima (Neri Pozza) racconta una storia nella storia. Racconta di Africa e di Europa sullo sfondo della Grande Guerra. Dove tra le fila dei soldati francesi c’erano anche i fucilieri senegalesi, «i cioccolatini dell’Africa nera», incitati prima di ogni assalto come «i piú coraggiosi dei coraggiosi», l’orgoglio della Francia e autentico incubo per i nemici che hanno paura dei «negri selvaggi, dei cannibali, degli zulú». Con Lara Ricci, l’11 maggio, ore 16.30, Sala Internazionale
- Francesco Lippi parla del suo libro Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo (prefazione di Carlo Greppi) edito da Bollati Boringhieri in un incontro dal titolo Che cos’è il fascismo, con David Bidussa, Mimmo Franzinelli, Michela Murgia e Claudio Vercelli. 10 maggio, ore 16.30, Sala Rossa
- “Le ragioni della sinistra, l’uguaglianza nella libertà, sono più attuali che mai. Affermarle non è scontato, ma nemmeno impossibile. Io credo che in un’idea di socialismo vi sia ancora una scintilla viva. La scintilla non è scattata ancora. Scatterà”. Parola di Giuseppe Provenzano che così presenta il suo libro La sinistra e la scintilla. Idee per un riscatto, edito da Donzelli. Lo presenta con Emanuele Felice e Adriano Sofri, modera Simona Santarelli. 10 maggio, ore 16.30, Sala Bronzo
- Della meravigliosa trilogia a fumetti Berlin parla il suo autore Jason Lutes con il giornalista Giuseppe Valtorta. L’ultimo volume, appena pubblicato da Coconino Press, completa un lavoro lungo 22 anni e una documentazione straordinaria sulla città di Berlino fino all’ascesa di Adolf Hitler. 11 maggio, ore 13,30, stand Robinson – La Repubblica
- Come sfasciare un paese in sette mosse è il titolo dell’interessante quanto scanzonato lavoro (edito da Bollati Boringhieri) della giornalista e scrittrice turca Ece Temelkuran a proposito di populismo e nazionalismo. L’indagine parte dalla Turchia (vista dall’esilio), per individuare le «mosse» messe in campo in diversi stati: 1. Crea un movimento (si badi bene, non un «partito»); 2. Disgrega la logica, spargi il terrore nella comunicazione; 3. Abolisci la vergogna: essere immorali è «figo» nel mondo della post-verità; 4. Smantella i meccanismi giudiziari e politici; 5. Progetta i tuoi cittadini e le tue cittadine ideali; 6. Lascia che ridano dell’orrore; 7. Costruisci il tuo paese. Ne parla in un doppio appuntamento, alle ore 11 con Roberto Saviano (Arena Robinson) e alle ore 12.30 con Donald Sassoon e Cesare Martinetti (Sala Blu), l’11 maggio
- L’ospite è un signore tedesco che nel 1955 fa la sua comparsa a Candido Godoi, in Brasile, cercando una stanza in affitto. La famiglia che lo accoglie instaura con lui, soprattutto nella figura della figlia Pia, un rapporto di amicizia o quasi-amore senza sapere che la vera identità dell’ospite fosse quella del dottor Mengele. Lo racconta, al suo esordio, Margherita Nani (vincitrice del Premio internazionale di letteratura Città di Como 2018) in un incontro promosso dall’editore Francesco Brioschi, l’11 maggio, ore 17,30, Sala Avorio
- Carlo Greppi parla del suo libro Le età dei muri. Breve storia del nostro tempo, Feltrinelli, l’11 maggio, ore 10.30 stand della casa editrice.
- Lei, la protagonista, è una traduttrice dal polacco che all’improvviso si trova immersa in fatti accaduti nel 1941. Sono atrocità: campi, baracche, camere a gas… Sono fatti a lei ignoti, da giovane ragazza nella Germania del 1963, che fatica a tradurre, abituata a occuparsi di contratti e questioni economiche. Come interprete, accetta l’incarico e si trova a scoprire i crimini della Shoah, in una interessante ricostruzione del Processo di Francoforte che Annette Hess consegna ai lettori nel suo L’interprete (Neri Pozza). L’autrice ne parla con Wlodek Goldkorn e Elena Loewenthal. 12 maggio, ore 12,30, Sala Internazionale
- Bernard Guetta dialoga con Maurizio Molinari a proposito del suo libro, I sovranisti, pubblicato da Add, un viaggio nell’Europa di estrema attualità. 12 maggio, ore 14,30, Sala Rossa
- Lettere a una dodicenne sul fascismo di ieri e di oggi è un bel libro di Daniele Aristarco per Einaudi Ragazzi. Attraverso le lettere a una giovanissima interlocutrice, l’autore narra la storia della dittatura fascista, prova a sbrogliarne gli intricati fili e indaga l’enigma del consenso. Con un pizzico di umorismo e uno stile chiaro e avvincente, queste pagine ripercorrono la storia italiana del Novecento per raggiungere la contemporaneità. E soffermarsi sui contenuti e le caratteristiche culturali di un pensiero non del tutto scomparso. Con Biagio Goldstein Bolocan ne parla a un pubblico di lettori dai 12 anni. 13 maggio, ore 10,30, Sala Atlantide