In scena dal 6 luglio l’opera di Puccini per la regia del regista americano. Con un finale a sorpresa
Benvenuti nel “Palazzo di Cenerentola”. Così ha definito il Teatro alla Scala Woody Allen, ospite in questi giorni nel teatro meneghino per mettere in scena (sabato la prima) la sua regia della pucciniana Gianni Schicchi. “Una cosa da favola, da sogno, il più grande teatro d’opera al mondo, il traguardo più ambito al quale arrivare. Quindi se qualcuno mi avesse detto che avrei diretto un giorno un’opera alla Scala mentre magari passeggiavo per New York o per Brooklyn avrei detto che era pura follia, che non avrei neppure pensato di poterla guardare da fuori, figuriamoci lavorarci”, ha dichiarato Allen durante la conferenza stampa.
Non si tratta di una nuova regia, ma della ripresa dello spettacolo firmato nel 2008 dal regista americano per l’Opera di Los Angeles. A insistere perché Allen realizzasse quel lavoro fu Placido Domingo, e a ragione. Messo in scena diverse volte, tra cui a Spoleto, è già un classico. E se i critici del Festival dei Due Mondi, pronti a criticarlo come messa in scena dei pregiudizi sul’Italia da chi la guarda da oltreoceano, si sono dovuti ricredere, ammettendo le capacità di Allen alla regia, c’è chi invita a divertirsi: il ritratto di un’Italietta un po’ gretta e meschina emerge già dalla penna di Puccini e Woody Allen rende ancora più comica (ironica?) la trama. Ma questa volta avrà un finale a sorpresa. A vedere gli studenti sul palco, ha dichiarato Woody Allen, l’emozione si è fatta sentire forte, insieme all’idea di mettere a punto una nuova conclusione di questo lavoro breve e divertente del compositore toscano sul personaggio dantesco. Dante lo aveva messo nel girone dei falsari, dritto all’Inferno, mentre Puccini, in una sua personalissima visione dei fatti, ne fa un personaggio beffardo. Perfetto per il regista americano. Che prima di lavorare sulla versione attuale dello spettacolo aveva avuto un paio di altre idee, quasi ad attualizzarne la trama: inizialmente voleva ambientare l’opera in un mondo di topi, facendo di Gianni Schicchi una pantegana; poi si era immaginato di trasformare tutti i personaggi in cibi sani e Gianni in una sigaretta… “Ma mi hanno detto che era una pessima idea”, ha commentato Allen ridendo. Le vicende ora si svolgono in un’ambientazione da cinema neorealista italiano degli anni 50.
E poi? Il contestato film A rainy day in New York, bloccato per un anno dalle polemiche del #MeeToo, sta per arrivare in Europa (in Italia a ottobre), mentre le riprese per quello nuovo sono in attesa del primo ciak a San Cristobal, in Spagna, dove Allen è atteso dopo la prima scaligera. Buon lavoro a quel signore (83enne) con il suo immancabile cappello da pescatore che a chi gli chiede conto dei suoi imminenti programmi risponde, tra il serio e il faceto, “sono un signore che si tiene attivo”…
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Gianni Schicchi di Giacomo Puccini diretto da Adam Fischer, per la regia di Woody Allen (ripresa dalla regia di Kathleen Smith Belcher, con Ambrogio Maestri e gli allievi dell’Accademia del Teatro alla Scala, in scena dal 6 luglio. Il calendario delle repliche a questo link