Il concerto di Ravid Kahalani e Shanir Ezra Blumenkranz: suoni senza frontiere
Melodie mediorientali, ritmi africani, arabi ed ebraici, influenze caraibiche, jazz e funk sono solo alcuni degli ingredienti del travolgente sound del collettivo Yemen Blues, guidato dal cantante israeliano di origini yemenite Ravid Kahalani.
Il 30 luglio i Bagni Misteriosi di Milano ospiteranno il concerto di Ravid Kahalani e Shanir Ezra Blumenkranz, due dei musicisti più rappresentativi degli Yemen Blues, che si esibiranno sul palcoscenico galleggiante della piscina in un evento unico nel suo genere, a cura della Associazione Pier Lombardo, Media Partner Intesa SanPaolo.
Ravi Kahalani è il vulcanico cantante e leader di Yemen Blues, formazione ampia e molto attiva sulla scena internazionale. Di origini yemenite, star in Israele, Ravid vive tra Tel Aviv e New York. Canta accompagnandosi con il gimbri, strumento della tradizione gnawa.
Shanir Ezra Blumenkranz, bassista, contrabbassista e ouddista, neyworkese, suona spesso a fianco di John Zorn. È il leader di Abraxas, che ha inciso musiche di Zorn per Tzadik, oltre a suonare con grandi formazioni tra cui i Banquet of Spirits con il brasiliano Cyro Baptista, Zion 80, Secret Chiefs 3 e, naturalmente, Yemen Blues.
Il carismatico vocalist di origine yemenita, nato e cresciuto in Israele, canta prevalentemente in arabo, diversamente dagli altri artisti israeliani che si dividono principalmente tra ebraico e inglese.
Sulla scia di Ofra Haza e Noa, entrambe fiere delle loro origini e delle tradizioni yemenite, Kahalani ha spiegato, durante il suo primo concerto italiano del 2015 a Milano, che “La nostra lingua è la vostra lingua. Non ci sono differenze fra religioni, Paesi e etnie e le nostre canzoni vanno bene per tutti perché vengono direttamente dal cuore e questa è la cosa più importante. Solo con la musica possiamo essere tutti uniti indipendentemente dalla lingua e dalla religione in un momento molto difficile per il mio Paese, Israele”.
Dagli Stati Uniti al mondo arabo, Yemen Blues è diventato un gruppo di riferimento per la sua spettacolare capacità di fondere culture e di allacciare un dialogo fra le più diverse tradizioni, grazie all’abilità di creare una trascinante festa comunitaria, un happening in cui un gioioso messaggio di fratellanza e di scambio viene trasmesso attraverso una musica in cui la creatività sembra non avere confini. I testi delle canzoni degli Yemen Blues parlano di pace, amore, politica, aprendo gli occhi su quello che succede nel mondo attraverso il linguaggio universale della musica.
A Kahalani sono serviti 20 anni per realizzare il suo progetto musicale. Prima di scoprire la singolare combinazione di strumenti e ritmi ha definito il sound degli Yemen Blues, Kahalani si è dedicato al canto lirico, è stato per breve periodo negli Hare Krishna, ha lavorato sette anni come cuoco professionista, si è esibito come ballerino e persino come attore protagonista in un teatro nazionale.
Fondamentale, per la sua carriera, è stato il trasferimento a Tel Aviv, dove, tra cucina, lezioni di danza e rappresentazioni teatrali, la musica ha iniziato a diventare prioritaria nella sua vita grazie alla scoperta di artisti come Stevie Wonder e Prince, da cui ha imparato la sensualità e il calore del funk.
“Molte persone prendono la musica come intrattenimento o qualcosa che li farà sentire in un certo modo”, ha dichiarato il cantante in un’intervista a The Times Of Israel. “Ma la musica è in realtà un promemoria di come comportarsi l’uno di fronte all’altro. La musica ci mostra come essere un essere umano in questo mondo”.
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