Mini ritratto del visionario scrittore e scienziato
Avrebbe compiuto 100 anni il 2 gennaio lo scrittore Isaac Asimov, definito da alcuni media ebraici come il Tamudista galattico. Immigrato negli Stati Uniti dalla Russia appena prima della nascita dell’Unione Sovietica, frequenta poi la Columbia University per prendere la laurea in chimica. Della sua lunga biografia si sa molto, a cominciare dalla mole di volumi pubblicati (la stima è di circa 500 libri) e della sua rivoluzionaria idea di fantascienza: da letteratura di consumo e priva di contenuti scientifici, come veniva pubblicata sui pulp magazine, a letteratura didattica. Su The Forward potete trovare un ottimo approfondimento su di lui, le sue idee e i suoi legami con l’ebraismo.
Noi lo ricordiamo in cinque punti.
L’etichetta di “talmudista galattico” va spiegata. L’idea ruota intorno all’uso della letteratura per commentare la scienza, esattamente come le diverse voci dei commentatori costituiscono l’eco del Talmud. Non solo. Quando Asimov conia il ternine Robot, si preoccupa anche di stabilire tre leggi inviolabili che riguardano queste creature. Tre leggi che richiamano quelle di Rabbi Hillel e la sua attenzione al numero tre nell’esegesi biblica.
Al momento della nascita dello Stato di Israele, ne ha difeso il diritto all’esistenza, ma con il timore che potesse diventare un nuovo ghetto ebraico. La sua visione cosmica delle questioni politiche lo portò anche a sostenere, in piena Guerra Fredda, l’idea di un unico governo mondiale, di cui non ignorava il pericolo che si trasformasse in una dittatura autoritaria, ma lo riteneva comunque preferibile a una serie di governi poco efficaci e in guerra tra loro. Tornando a Israele, affermò di non essere un sionista perché non abbracciava alcuna idea che contemplasse forme di nazionalismo: ”Gli ideali in cui credo sono pace, libertà e sicurezza per tutti. Lo stato-nazione è obsoleto: abbiamo bisogno di un governo mondiale federale”, dichiarò in alcune interviste.
Femminismo e omosessualità per Isaac Asimov sono un diritto morale dell’uomo.
A favore dei programmi di eugenetica. Ma solo perché Isaac era un gran burlone: era sicuro del loro fallimento. E del fatto che lo stesso fallimento avrebbe dimostrato l’erroneità di quelle teorie. Meglio sarebbe stato, secondo lo scrittore, usare quelle energie per radunare le migliori menti cresciute liberamente.
Nella sua ultima opera di divulgazione, Our Angry Earth, scritta con Frederik Pohl nel 1991, Asimov lancia i suoi allarmi circa la crisi ambientale e i rischi che vedeva delinearsi a partire dai fenomeni causati dall’effetto serra e del buco dell’ozono.