Cultura
Addio a Nedo Fiano, testimone dell’orrore di Auschwitz

Il commosso tributo a un uomo straordinario. Che ha raccontato agli studenti le atrocità dei campi di concentramento

“Io non sono venuto qui per arricchire la vostra cultura ma se possibile il vostro cuore. Non si possono uccidere milioni di persone se c’è la solidarietà”. Era solito dire così Nedo Fiano, uno degli ultimi sopravvissuti ad Auschwitz, ai ragazzi delle scuole che incontrava per portare la sua testimonianza di deportato”, scrive Il Fatto Quotidiano riportando la notizia della morte. “Il viaggio” raccontava Fiano nei incontri con gli studenti “durò sette giorni e sette notti all’interno di un vagone usato per il trasporto di bestiame, senza sapere cosa stesse succedendo e perché…”.

Nedo Fiano, 95 anni, padre del deputato PD Emanuele Fiano è mancato a Milano ieri. Fiano era nato a Firenze nel 1925. Venne arrestato nel febbraio del 1944 e condotto nel campo di Fossoli; il 16 maggio dello stesso anno fu deportato ad Auschwitz con tutta la sua famiglia: Nedo fu l’unico superstite. «A 18 anni sono rimasto orfano, quest’esperienza devastante ha fatto di me un uomo diverso, un testimone per tutta la vita», raccontava.

“Mi piange il cuore” ha commentato la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, come riportato dall’Ansa. “Ha avuto la forza di raccontare l’orrore a intere generazioni. Un esempio di vita per tutti noi. Un abbraccio a Emanuele Fiano e alla famiglia dalla comunità ebraica di Roma”.

Papà ci ha lasciati. Ci rimarranno per sempre le sue parole e il suo insegnamento, il suo ottimismo e la sua voglia di vivere”. Lo scrive su Facebook Emanuele Fiano, dando notizia della morte del padre. “Non avrò mai io la forza che ebbe lui e che lo fece risalire dall’abisso, ma da lui ho imparato che per le battaglie di vita e contro ogni odio bisogna combattere sempre”.

“Con la scomparsa di Nedo Fiano perdiamo uno degli ultimi sopravvissuti all’orrore della Shoah, un appassionato, prezioso testimone di una delle pagine più buie della storia dell’umanità. Un commosso pensiero e una partecipe vicinanza al figlio Emanuele e ai suoi cari”. Lo ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Il presidente della Comunità di Milano Milo Hasbani, il Rabbino Capo rav Alfonso Arbib, tutto il Consiglio e comunità intera lo ricordano con grandissimo affetto e rimpianto per la sua instancabile opera di testimonianza della deportazione ad Auschwitz, scrive Bet Magazine Mosaico, sito ufficiale della Comunità Ebraica di Milano.

“Oggi abbiamo perso un pezzo della nostra memoria”ha commentato Milo Hasbani, “ho potuto assistere con grande interesse quando parlava ai ragazzi della Scuola ebraica e non solo, che lo ascoltavano in religioso silenzio. A Riri e ai figli Enzo ed Emanuele a Milano e Andrea negli Stati Uniti, ai nipoti e a tutta la famiglia un forte abbraccio”.

Toccanti anche le parole della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, riportate da Moked: “La scomparsa di Nedo Fiano lascia un vuoto profondo. Ricordo un Testimone ma anche un uomo straordinario, amante della vita nonostante la terribile esperienza vissuta nel lager. Il 20enne Nedo fu l’unico della sua famiglia a fare ritorno. Con la disperazione negli occhi, ma anche la voglia di costruire e ricostruire insieme all’amata Rina, la compagna di scuola ritrovata e insieme alla quale avrebbe messo al mondo tre figli cui tutti ci stringiamo con affetto in questo momento di immenso dolore. La sua lucida testimonianza, il suo incrollabile impegno civile e di Memoria, resteranno un segno indelebile nelle generazioni. Sia il suo ricordo di benedizione”.

La storia di Nedo Fiano è racchiusa nel libro A5405. Il coraggio di vivere (San Paolo Edizioni), presentato così dalla casa editrice: “Tu sei Nedo Fiano, sei ebreo. Vieni con me senza parlare e senza tentare la fuga“. È il 6 febbraio 1944 quando un ragazzino di 18 anni, terrorizzato dalla canna di una pistola premuta sul fianco, sente pronunciare queste parole da un poliziotto in borghese. Quel giorno per Fiano ha inizio una discesa agli inferi che lo porterà prima nel carcere fiorentino delle Murate, poi nel Campo di Fossoli e infine ad Auschwitz. In poco più di un anno, Nedo assiste allo sterminio della propria famiglia: il fratello Enzo con la moglie Lilia e il figlio Sergio, Nella, l’amata madre, e infine Olderigo, suo padre, consumato dalle privazioni e dal lavoro forzato nel Lager. Nedo, però, sopravvive. Non solo perché conosce il tedesco, ma perché, nonostante le atrocità e le sofferenze, è capace di aggrapparsi alla vita con tutte le sue forze e mantenere accesa la luce della speranza. A5405 è una testimonianza preziosa, un contributo indispensabile affinché «il filo della memoria resti saldo nella storia del mondo per gli uomini che verranno».

 

 


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