Un’intervista rilasciata nel 2015, da guardare
Seconda proposta per ricordare il pensiero della filosofa: un’intervista da guardare.
“Abbiamo sempre una scelta”
Questa intervista-video è stata realizzata da Thomas Spahn per l’emittente tedesca Deutsche Welle nel 2015, settant’anni dopo la fine della seconda guerra mondiale e, insieme, della rivelazione dell’orrore di Auschwitz.
I temi sono persecuzione, fuga, libertà. Nel racconto di Ágnes Heller rivediamo il 1944, l’anno in cui insieme alla madre riuscì a scampare a un eccidio sulle rive del Danubio e poi alla deportazione: “Mentre stavo in piedi sulle sponde del Danubio in attesa che mi sparassero, non mi sentivo certamente libera. E tuttavia, rimanevo convinta di avere una scelta. Non serve essere liberi per mantenere la convinzione che scegliere di camminare dal lato destro o sinistro della strada, o che scegliere di saltare o restare, faccia la differenza. Non sapevamo niente di Auschwitz e delle camere a gas. Da dove veniva l’assoluta convinzione che ci avrebbero ucciso se fossimo andate là, in quel posto verso il quale ci stavano portando? Non lo so. Era l’istinto. Crediamo erroneamente di fare scelte consapevoli, ma non sempre ciò è vero”.
Dalla Budapest di ieri, alla Budapest di oggi. “Il primo ministro Orbán ha dichiarato: non vogliamo qui rifugiati o stranieri. Gli ungheresi sono un popolo cattivo?”, le chiede il giornalista.
“Una nazione è fatta di individui, non può essere né buona né cattiva. Ma possono esserci governi, come l’attuale ungherese, che facilitano i peggiori istinti della popolazione”, risponde la filosofa.
“Cosa può fare la filosofia per far capire alle persone i pericoli del nazionalismo?”, continua Spahn.
“La filosofia in sé non può fare niente. Sono i filosofi che possono fare qualcosa. In due modi: agendo come cittadini tra i cittadini ed esprimendo la loro prospettiva attraverso i mezzi di comunicazione”.
Potete guardare il video dell’intervista completa (doppiata in inglese) a questo link.