In un cofanetto la genesi del disco cult di Dylan che nel 1998 ha conquistato tre Grammy Award: provini, demotape e splendide versioni in concerto
L’ultimo capitolo, il diciassettesimo, della leggendaria serie di bootleg di Bob Dylan è dedicato alla genesi di un album capolavoro, Time Out of Mind, il disco cult di metà carriera di Dylan, uscito 25 anni fa nel 1997.
Fragments – Time Out of Mind Sessions (1996-1997): The Bootleg Series Vol.17 è un affascinante viaggio sonoro nell’evoluzione delle canzoni scritte per l’album, dalle prime versioni intime ed acustiche passando per le inedite sessioni di Teatro del 1996 con Dylan (voce, chitarra e piano), Daniel Lanois (chitarra e organo), Tony Garnier (basso) e Tony Mangurian (batteria e percussioni), fino alle incandescenti interpretazioni dal vivo (anch’esse inedite) che immortalano Dylan e il suo ensemble in tournée tra il 1998 e il 2001. Soprattutto quest’ultima parte dal vivo è una vera perla per i fan di Dylan, perché del periodo compreso tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del Duemila esistono poche e rare registrazione live
Ma come è nato Time Out Of Mind? All’inizio del 1996, Dylan iniziò a scrivere nuove canzoni e, tra agosto ed ottobre dello stesso anno, entrò nello studio Teatro di Oxnard con Daniel Lanois (che aveva prodotto Oh Mercy del 1989) per registrare dei demo per un potenziale album. Le registrazioni per Time Out of Mind sono iniziate seriamente nel gennaio 1997, quando Dylan ha spostato le sessioni al Criteria Studio di Miami e l’ensemble in studio è stato ampliato per includere un mix di session player all-star e membri della touring band di Dylan, tra cui Bucky Baxter (chitarra acustica, pedal steel), Duke Robillard (chitarra, elettrica Gibson L-5), Robert Britt (acustica Martin, Fender Stratocaster), Cindy Cashdollar (chitarra slide), Tony Garnier (basso, basso verticale), Augie Meyers (organo combo Vox, organo Hammond B3, fisarmonica), Jim Dickinson (tastiere, piano elettrico Wurlitzer, organo a pompa) e i batteristi Jim Keltner, Brian Blade e David Kemper.
Il risultato finale, Time Out of Mind, è uno dei più ispirati album dell’intera carriera del cantautore di Duluth: Love Sick, Cold Irons Bound, Can’t Wait, Not Dark Yet sono diventate canzoni imprescindibili.
Non solo: Make You Feel My Love è diventata uno standard della musica contemporanea, un brano coverizzato da centinaia di artisti tra cui Billy Joel, Garth Brooks, Neil Diamond e Adele. Time Out of Mind ha vinto il Grammy 1998 per l’Album dell’anno e il Miglior Album Folk Contemporaneo, mentre il brano Cold Irons Bound si è aggiudicato la statuetta per la Miglior Performance Vocale Rock Maschile.
Nelle note di copertina, il critico musicale Steven Hyden scrive: «L’album stesso è stato remixato per suonare più simile a come le canzoni erano quando i musicisti le suonavano originariamente nella stanza, senza gli effetti e le elaborazioni che Lanois ha applicato in seguito. Non si tratta di sostituire il Time Out of Mind che vinse tutti quei Grammy un quarto di secolo fa; è una rivisitazione, una visione alternativa di una grande opera d’arte. Se l’album originale rimane mitico ed enigmatico, questo Time Out of Mind vi mette a stretto contatto con i protagonisti di questa meravigliosa avventura musicale»
Giornalista, autore, critico musicale. Dopo numerose esperienze