Nastri originali degli album, brani inediti, dipinti, oggetti personali, lettere e poesie: il mondo del più grande grande cantautore di sempre
Fedele alla sua nota ritrosia per le cerimonie e la consegna dei premi (vedi il Nobel), Bob non c’era il 10 maggio nel giorno dell’inaugurazione del Bob Dylan Center all’Arts District di Tulsa in Oklahoma. Il Bob Dylan Center è e sarà la memoria storica di tutto quello che il cantautore più importante di sempre ha realizzato in oltre sessant’anni di carriera.
Non a caso il sito ufficiale della struttura, costata dieci milioni di dollari, recita così: “Il Bob Dylan Center offre un accesso senza precedenti alla vita creativa di uno degli artisti più importanti e influenti d’America”. Il progetto ha preso il via nel 2016 quando l’artista ha venduto il suo intero archivio alla George Kaiser Family Foundation e all’Università di Tulsa.
La monumentale opera omnia di Tulsa (oltre centomila pezzi), oltre a contenere oggetti personali dell’artista, svela anche il processo creativo di alcune delle sue canzoni. Per esempio è possibile vedere in digitale 10 delle 17 bozze del brano del 1983 Jokerman. La raccolta comprende anche saggi, poesie, note di copertina, lettere, brani autobiografici e riflessioni filosofiche.
Elvis Costello, presente all’inaugurazione con Patti Smith, ha creato una playlist di 162 brani per un jukebox elettronico all’interno del museo. la compilation comprende ovviamente canzoni di Dylan, ma anche brani degli artisti che hanno avuto una grande influenza sulla sua arte sul suo modo di scrivere musica.
Un’altra sezione importante dell’archivio contiene quaderni e corrispondenza (incluse le lettere scambiate coni Beatles e Johnny Cash), oltre ai report delle sessioni di registrazione, i contratti, gli spartiti delle canzoni e decine di fotografie. Tra le perle del Bob Dylan Center, i nastri master dell’intero catalogo musicale dell’artista e centinaia di ore di materiale cinematografico e video, oltre ad una serie di copie originali come Festival di Murray Lerner! (1965), Don’t Look Back (1967) di D. A. Pennebaker, Eat the Document (1971) di Dylan (con Howard Alk e Pennebaker), Renaldo & Clara (1978) di Dylan e Alk, Bob Dylan: No Direction Home (2006) di Martin Scorsese, ed una serie di cortometraggi e video musicali.
Giornalista, autore, critico musicale. Dopo numerose esperienze