Voci Ebreo Non Ebraico
Chi se non io per me?

E se Israele fosse la Diaspora stessa? E se solo gli Ebrei che non vi abitano fossero davvero Ebrei? Un nuovo tassello per capire cosa sia un “ebreo ebraico”

È da quando gli hanno chiesto per la prima volta perché, se era ebreo, non viveva in Israele. 
Lui aveva 10 anni, era il 1964.  
Era stato un adulto a porgliela, probabilmente il papà di un amico, a uno di quei festini che – forse anche per quella domanda – ha detestato da allora. Non aveva avuto indecisioni a rispondere, pare: “ Perché Israele è dappertutto, anche qui ”. Quella risposta infatti era stata riferita al rabbino di Trieste di quegli anni, Rav Nissim, che qualche anno dopo, durante la preparazione per il bar mitzva, chiese all’ebreo ancora ebraico di allora cosa intendeva dire. Lui se l’era dimenticata, e fu costretto a pensarci su. È da allora che ci pensa su. Ancora oggi, cinquantaquattro anni dopo, non lo sa bene spiegare ma ne è convinto. A volte arriva al punto di credere che Israele sia la diaspora, e che solo gli Ebrei che non vi abitano siano ebrei davvero, che quella che alcuni considerano una maledizione sia una benedizione, che l’erranza e la dispersione giustifichino e fertilizzino l’ebraismo più di ogni appartenenza. All’ebreo non ebraico pare che ogni Giro d’Italia, di Francia o di Marte può fare il giro che vuole, ma parte e arriva comunque a Gerusalemme. 
Valerio Fiandra
Collaboratore

Valerio Fiandra abita a Trieste ma vive altrove.

Ha sessantotto anni ma non li dimostra.

È Ebreo, ma non ebraico.


4 Commenti:

  1. Ciao Valerio,
    Ogni volta che sento parlare o vedo foto di Trieste ricordo con affetto tuo padre e la vs. famiglia.
    Bella la tua considerazione, eri e sei una persona di fine intelligenza.
    Se passi da Milano fatti sentire…

  2. Non riesco a cogliere la profondità di queste affermazioni. Mancano spiegazioni filosofiche o storiche a sostegno di questa ardita intuizione. Me se posso esprimere il mio parere, essere ebreo significa sentirsi tale per storia famigliare, educazione, vicende di vita. Dunque non ci dovrebbe essere un solo modo di essere ebrei. Il dato sociale, ideologico e politico individuale non è la “vera” situazione dell’ebreo ma di un ebreo fra milioni. Ogni altra capriola dialettica sa di autoinganno.

  3. Oh, Simon !
    Davvero mi emoziona leggerti, e sono commosso per il tuo ricordo del mio papà. Grazie, quando passo la prossima volta a Milano ti cerco. Un grande saluto, Valerio

  4. Caro Corcos,
    in un certo modo diciamo la stessa cosa. Le mie capriole esprimono appunto una identità che non si lascia né definire né escludere. Poi, come forse anche per Lei, c’è la sofferenza per dover constatare che l’antisemitismo ha trovato una nuova maschera e una nuova scusante per manifestarsi. Grazie per l’attenzione e per le domande che il suo commento mi hanno posto.


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