Cultura
Cinque libri da (ri)leggere nella giornata del 16 ottobre

Un semplice avvio alla riflessione

Non ci stancheremo mai di ricordare come la letteratura, sia di fiction sia di testimonianza, svolga un ruolo fondamentale nel processo della memoria della Shoah. Non a caso, alla forza e alla solidità della parola scritta sopravvissuti e testimoni hanno per lo più affidato le loro vicende, perché rimangano, anche quando il tempo avrà avuto la meglio sulle loro vite. In questa giornata di ottobre, dedicata al ricordo e alla riflessione, in quest’anno 2018, così denso di significati, proponiamo cinque volumi che vale la pena di leggere o riprendere in mano.

Giacomo Debenedetti, 16 ottobre 1943, Roma, 1945, poi Einaudi, Torino, 2006, con una prefazione di Natalia Ginzburg. Il testo di Debenedetti è divenuto ormai un classico, pubblicato da nuemrose case editrici e preceduto da diverse prefazioni eccellenti, la prima della quali è stata di Alberto Moravia. Prodotto immediato e semi-clandestino dei fatti tragici di quei giorni, 16 ottobre 1943 è un libro straordinario, dove la profondità storica e il talento letterario dell’autore si fondono in una narrazione di rara potenza.

Mario Tagliacozzo, Metà della vita. Ricordi della campagna razziale 1937-1944, Baldini&Castoldi, Milano, 1998. In questo diario, che copre gli eventi dal gennaio 1938 fino alla Liberazione, l’autore, Mario Tagliacozzo, offre una testimonianza vivida del clima di paura e di sofferenza in cui gli ebrei italiani vissero in quel periodo. Benché la famiglia Tagliacozzo riesca infine a salvarsi dall’orrore, la notizia dello sterminio ebraico europeo non sarà meno traumatica.

Liliana Segre con Enrico Mentana, La memoria rende liberi, Milano, Rizzoli, 2015. Due nomi che non hanno bisogno di presentazioni per un libro il cui titolo vale come monito alle generazioni future. L’instancabile operatrice della memoria Liliana Segre è qui accompagnata da Enrico Mentana in un percorso a ritroso nella sua dolorosa vicenda, la stessa che molti ebrei italiani hanno condiviso nel periodo delle leggi razziali.

Giuliana Piperno Beer, Silvia Haia Antonucci, Sapere ed essere nella Roma razzista: Gli ebrei nelle scuole e nell’università (1938-1943), Gangemi Editore, Roma, 2015. In questo bel saggio è affrontato un tema basilare, di cui molto si è discusso in quest’anno di commemorazioni e anniversari: la scolarizzazione durante le leggi razziali. Grazie a una ricostruzione precisa e intensa al tempo stesso, le autrici affrontano un tema basilare sia per la cultura ebraica sia per la storia italiana, il quale tuttora necessita di chiarimenti.

Elsa Morante, La storia, Einaudi, Torino, 2005. È il romanzo del Novecento italiano, affresco corale e onnicomprensivo di una ferita mai sanata di cui ancora oggi nel nostro Paese possiamo vedere le conseguenze. È la “storia” per antonomasia quella di cui scrive la Morante, la stessa fatta però dalle singole vicende di ogni minuto individuo. Preciso nella ricostruzione eppure visionario, tragico e tuttavia poetico, vale la pena di rileggerlo.

Sara Ferrari
Collaboratrice

Sara Ferrari insegna Lingua e Cultura Ebraica presso l’Università degli Studi di Milano ed ebraico biblico presso il Centro Culturale Protestante della stessa città. Si occupa di letteratura ebraica moderna e contemporanea, principalmente di poesia, con alcune incursioni in ambito cinematografico. Tra le sue pubblicazioni: Forte come la morte è l’amore. Tremila anni di poesia d’amore ebraica (Salomone Belforte Editore, 2007); La notte tace. La Shoah nella poesia ebraica (Salomone Belforte Editore, 2010), Poeti e poesie della Bibbia (Claudiana editrice, 2018). Ha tradotto e curato le edizioni italiane di Yehuda Amichai, Nel giardino pubblico (A Oriente!, 2008) e Uri Orlev, Poesie scritte a tredici anni a Bergen-Belsen (Editrice La Giuntina, 2013).

 


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