Al festival delle Letterature Migranti di Palermo torna il capolavoro sull’Olocausto
Quello di Claude Lanzmann è stato un lavoro epico. Meticoloso quanto doloroso, narrativo quanto silente, reportagistico quanto poetico. Umano, forse, nel suo tentativo di ricordare, se la memoria è concepita come il tratto che ci distingue dagli altri animali. Perché Lanzmann è torna sui luoghi della Seconda Guerra Mondiale, ha percorso quella quiete sconvolgente che anima i luoghi dello sterminio oggi, ha rintracciato i sopravvissuti, i testimoni e i carnefici e messo in scena la loro memoria. Risultato: dieci anni di lavoro e quasi dieci ore di film sotto il titolo Shoah.
Andò nelle sale nel 1985, e subito fu chiaro a pubblico e critica che quella sarebbe stata la versione definitiva cinematografica sulla tragedia dell’Olocausto, ma anche un capolavoro della storiografia sull’argomento. “Oggi, vedendo lo straordinario film di Claude Lanzmann” – scriveva Simone de Beauvoir – “ci accorgiamo di non aver saputo niente”. E poi coglie l’aspetto letterario, anzi prettamente poetico, di un filmato che non è né romanzo né documentario, ma la possibilità – unica – di mescolare passato e presente in un canto funebre a più voci, dove “si mischiano orrore e bellezza”.
E ora torna in sala a Palermo, nell’ambito del Festival delle Letterature Migranti, proprio a inaugurare pensieri e riflessioni su questo 16 ottobre. L’inaugurazione, che si è svolta il 15 sera, ha visto la proiezione di Shoah (primo periodo), seguito dal concerto La voce dei sommersi di Yankele Ensemble e, appena dopo mezzanotte, il violino di Aldo Mausner, sopravvissuto alla Shoah, ha dato vita alla giornata del ricordo.
Il resto dell’opera sarà presentato nei giorni successivi (16, 17, 18 ottobre) nella Sala ONU del Teatro Massimo, ripensata come una sorta di installazione, che non prevede, necessariamente, la visione integrale o continua da parte del pubblico.
In Memoria di Claude Lanzmann (1925-2018) nelle ricorrenze dell’80° Anniversario della promulgazione delle leggi razziali in Italia (1938) e del 75° Anniversario del rastrellamento degli ebrei di Roma (16-18 ottobre 1943) al Festival delle Letterature Migranti.