Un pannello su tela dell’artista brasiliano Kobra riprodotto in serigrafia per aiutare i senza tetto. E per combattere i pregiudizi, la violenza e l’intolleranza
L’immagine di questo murale era apparso sui social circa un mese fa. Eravamo ancora in lockdown, ma qui in Europa si intravedavano i segnali di una riapertura delle attività e di un ritorno alla normalità, mentre dall’altra parte dell’Oceano, in Brasile, si cominciava ad avere il sentore di una catastrofe annunciata. L’opera, firmata dall’artista brasiliano Kobra, parla di speranza e di futuro. Protagonisti sono i bambini, muniti di mascherina, intenti a rappresentare ognuno una religione. Abbiamo parlato con l’artista
Come è nata l’idea di quel murale?
Il Murale non è stato creato in modo casuale, è un progetto che ha un obiettivo, quello di aiutare le persone che vivono in strada.
Nel mio studio è stato creato un pannello originale e da esso ho creato una serie di serigrafie il cui ritorno economico sarebbe stato donato completamente alle ONG che lavorano con i senza tetto. E ha funzionato: abbiamo raccolto quasi 20.000 kit per loro.
Perché cinque religioni e perché i bambini?
Il nome del panel è Coexistence, ovvero una coesistenza pacifica. Ho ritratto i bambini per la loro innocenza, tutti in una posizione di preghiera, una posizione di fede, chiedendo a Dio di confortare il cuore delle famiglie che contano malati di Covid-19, ma anche per ispirare gli scienziati a trovare al più presto un vaccino. Ho riunito le cinque principali religioni in una posizione di preghiera senza alcun tipo di pregiudizio, discriminazione o violenza: sono tutte insieme pacificamente, mettendo da parte le differenze.
Ho fatto un lavoro in tutto il mondo, parlando di tolleranza, di rispetto e di unione dei popoli. Posso fare l’esempio del murale del Boulevard Murales Olimpico, entrato nel Guinness dei primati, dove ho messo cinque indigeni, uno per continente, tutti insieme a parlare di tolleranza tra i popoli; ho anche fatto un murale a New York, dove ho messo Gandhi e Madre Teresa faccia a faccia in una posizione di preghiera che parla di tolleranza tra le religioni. Questo per dire che sono già legato a questo tema, fa parte del mio percorso e della mia storia: ciò che cerco è la consapevolezza della tolleranza tra le religioni, affinché non ci sia violenza. Credo che possiamo davvero avere la nostra fede in Dio, ma questo non giustifica alcun tipo di aggressione o violenza tra i popoli e tra le persone che dichiarano la loro fede. Credo che i bambini vedano tutto questo in modo più puro e semplice, ed è così che anche noi adulti dovremmo pensare, non con occhi violenti o pregiudizievoli. Penso che sia quasi impossibile raggiungere la pace praticando la violenza, credo che si possa vincere il male solo con il bene.
Dove saranno visibili i murales?
Come tutti i murales che produco nel mondo, prima di tutto faccio una tela nel mio studio in Brasile. Ho intenzione di produrre quest’opera o (simile ad essa), in Europa, negli Stati Uniti o anche qui, non appena sarà possibile. Vorrei che servisse a ricordarci questo momento e a lavorare per il cambiamento. Ma anche che sia un’opera senza tempo, capace di rappresentare il fatto che siamo tutti interconnessi.