Dal ghetto ebraico veneziano ai luoghi di segregazione del mondo: un disco di grande spessore musicale e culturale ideato e realizzato da Frank London dei Klezmatics
Ghetto Songs è un avventura musicale che rende omaggio alle culture e alle sonorità che nascono nei ghetti di tutto il mondo. L’album nasce dall’invito di Beit Venezia a Frank London ad esplorare le culture e le tradizioni della Venezia ebraica per commemorare i 500 anni del Ghetto di Venezia.
Frank London è un trombettista/compositore, una delle figure di riferimento della musica kletzmer, famoso in tutto il mondo per l’attività con i newyorkesi Klezmatics. London nella sua carriera ha collaborato con l’ex leader dei Talking Heads, David Byrne, con John Zorn, e che ha scritto musica per la colonna sonora della serie tv HBO, Sex and the City.
Al centro di Ghetto Songs ci sono le musica e la poesia del Ghetto di Venezia, ma anche suoni e parole che provengono da altri ghetti del pianeta. Il disco si apre con Amore an, un brano scritto da London per la produzione de Il mercante di Venezia della Compagnia de’ Colombari, andato in scena nel ghetto veneziano nel 2016. I testi sono tratti dal Ruzante del drammaturgo Angelo Beolco, mentre le sonorità riflettono la passione di London per le colonne sonore dei film di Federico Fellini e per le composizioni di Nino Rota.
Tra i brani più interessanti e riusciti del disco c’è sicuramente O’ dolcezz’amarissime, scritta da Salomone De’ Rossi, il più famoso compositore ebreo del Rinascimento, attivo anche a Venezia dove pubblicò diverse raccolte musicali, collaborando con il celebre rabbino Leone Modena. Nirdi Natan Reiho è una testimonianza invece della vita degli ebrei marocchini prima e durante l’era coloniale. In Marocco, la mellah era un compound circondato da mura e reso inaccessibile da una porta pietrificata. Qui dall’inizio dell’Ottocento venne reclusa la popolazione ebraica.
Ve’Atah El Shaddai è opera di Sara Copio Sullam, la più importante autrice ebrea italiana che a inizio Seicento fu l’animatrice di una accademia letteraria nel ghetto. Lo scambio di pareri con il poeta e uomo di chiesa Anselmo Cebà e il Manifesto in cui si dovette difendere dall’accusa a di aver negato l’immortalità dell’anima ne fanno una precorritrice del dialogo tra mondo ebraico e cristianesimo. A conferma della volontà di dar voce ai suoni dei ghetti del mondo c’è Accordion Jive, una sorta di colonna sonora del regime di apartheid che vigeva in Sudafrica, testimonianza del sound delle Township caratterizzato Dale sonorità e dalle commistioni tra generi musicali creati dalle popolazioni bantu segregate nei ghetti urbani.
Giornalista, autore, critico musicale. Dopo numerose esperienze