Valentina Grande e Eva Rossetti raccontano il mondo dell’artista, musa e intellettuale americana ma di casa in Europa
Quarant’anni fa Art Spiegelmann pubblica per la prima volta Maus, cambiando per sempre la percezione culturale di ciò che un fumetto può essere e di ciò che può essere realizzato dai creatori che prendono sul serio il medium dell’arte sequenziale. È infatti Maus a canonizzare il genere graphic novel, a costituirne il trampolino di lancio sulla scena mondiale e a promuovere il linguaggio iconico come strumento cognitivo.
La graphic novel intitolata Gertrude Stein e la generazione perduta è stata realizzata da Valentina Grande e Eva Rossetti e pubblicata nel 2022 dalla casa editrice Centauria. Il volume offre una prospettiva insolita attraverso cui leggere una storia che si intreccia con altre storie, uno sguardo all’interno di un tempo ricco di fermenti creativi, in cui si confrontano grandi personalità che lavorano e che producono insieme, non senza contrasti e incertezze, in un’epoca dove serviva coraggio per mostrare se stessi al di fuori delle convenzioni e del perbenismo. I personaggi, protagonisti della narrazione, si muovono secondo le proprie scelte ideologiche e comportamentali, mettendo a confronto le loro esperienze personali, culturali e artistiche.
Il racconto a fumetti proposto dal libro è scandito da diversi archi temporali che non seguono un filo cronologico preciso, sembra piuttosto presentare una sequenza di flash su luoghi che sono stati scenario di incontri tra i più noti artisti e scrittori appartenenti a quella “generazione perduta” di cui si parla già nel titolo dell’opera. I testi e i disegni, creano una particolare atmosfera, in cui il lettore si immerge fin dalla prima pagina, visitando i luoghi che sono stati il fulcro dell’arte europea di fine Ottocento.
“Eravamo felici, eravamo giovani e vivevamo a Parigi, ogni speranza sembrava possibile”: così descrive questo clima il nostro narratore immaginario, mentre ci accompagna nella casa parigina di Gertrude Stein, americana di nascita ma europea di adozione. Un attimo dopo ci ritroviamo, insieme agli altri protagonisti della graphic novel, seduti al tavolo di un caffè in una sospensione di quella vita incerta e tormentata.
L’attenzione delle autrici è maggiormente concentrata sulla controversa figura di Gertrude Stein, scrittrice e intellettuale dal carattere forte, una musa, una scrittrice, una donna omosessuale, ricca, influente e forse ancora troppo poco conosciuta, ma che suscita nei lettori curiosità e interesse per la sua unicità, alla quale il narratore immaginario si accosta con delicatezza, facendocela conoscere un po’ più da vicino. Stein è stata vera e propria mecenate di celebri artisti e intellettuali. Hemingway le sottoponeva i suoi testi, Picasso amava conversare con lei, Matisse era geloso della sua amicizia, e tanti altri scrittori e artisti la frequentavano abitualmente. Questi li ricordiamo tutti, ma Geltrude è rimasta un po’ più nell’ombra e le autrici nella postfazione che accompagna il fumetto si chiedono se la ragione riguarda il fatto che fosse una donna o che fosse omosessuale.
Il fumetto di Valentina Grande ed Eva Rossetti la presenta raccontando ciò che nel tempo è stato dimenticato di lei. Ma lo fa in un modo inatteso: affida il racconto alla voce di un uomo, un personaggio fittizio, che incarna ciò che ci si aspetta da una donna, raccontare la personalità di un genio.
L’altro tema ricorrente dell’intero racconto è la ricerca di un’affermazione in un mondo scosso da pesanti avvenimenti, ma anche la disillusione per quello che si rivelerà la mancata realizzazione di un sogno, al quale però i protagonisti non rinunciano facilmente, forti delle proprie convinzioni. Voci autorevoli della letteratura europea e americana, artisti che hanno fatto la storia dell’arte del Novecento ci fanno percepire, attraverso il libro, tutta la loro inquietudine, nel consacrare il loro impegno e la loro fatica ad un’instancabile costruzione del senso più autentico dell’esistenza umana, e della strada che porta verso un’assoluta libertà.
Valentina Grande e Eva Rossetti, Gertrude Stein e la generazione perduta, Centauria, pp. 128, 22,90 euro
Classe 1991, è PhD Candidate dello IULM di Milano in Visual and Media Studies, cultrice della materia in Sistema e Cultura dei Musei. Studiosa della Shoah e delle sue forme di rappresentazione, in particolare legate alla museologia, è socia dell’Associazione Italiana Studi Giudaici.