Storia di una tradizione della disapora sefardita che ha trovato nuova linfa in Israele e Stati Uniti
Ci sono molti modi ci celebrare Hanukkah, tanti quanti il modo di translitterarlo dall’ebraico. Generalmente associamo la festa all’accensione degli otto lumi della Chanukiah, agli infiniti giri dei sevivon, grandi e piccoli, e all’olio e ai cibi fritti che troviamo sui tavoli imbanditi.
Hanukkah, o la “Festa delle Luci”, ha da sempre avuto una speciale risonanza per le donne anche se in pochi lo sanno. Nel mondo della diaspora ebraica nordafricana alle donne e al loro coraggio è dedicata la settima sera di Hanukkah la quale coincide con l’inizio del mese di Tevet. Tale festività è conosciuta come Hag haBanot, letteralmente “Festa delle Figlie” e in judeo-arabo Eid al Banat , festa che ha dato origine a una serie di tradizioni e osservanze che celebrano le giovani ragazze e le donne nella loro forza e ribellione. Cerchiamo allora di fare la conoscenza di questa festa sconosciuta ai più, antica ma al tempo stesso contemporanea che ben si innesta nel discorso pubblico sul ruolo delle donne nella storia e nella tradizione.
Chi dice luna dice donna: origini della festa
Il periodo temporale nel quale la festa venne sancita è incerto anche se per molti studiosi è lecito parlare di epoca medioevale collegata alle vicende della diaspora sefardita nel mediterraneo. Hag HaBanot viene celebrata in coincidenza con l’inizio del nuovo mese (Rosh Hodesh) di Tevet nelle comunità nordafricane e nelle comunità sefardite di Istanbul e Salonicco. Nelle tradizioni folcloristiche ebraiche, i Rosh Hodesh sono associati al mondo femminile e proprio in questi giorni le donne possono osservare un giorno di riposo e di astensione ai lavori non necessari. Secondo Rabbi Jill Hammer, le comunità nordafricane e sefardite hanno riconosciuto fin da subito il ruolo delle donne nelle vicende di Hanukkah devolvendo alle figure eroiche femminili un giorno di riguardo durante la festività, narrazione che è andata persa nella controparte diasporica dell’Europa occidentale. Durante la giornata di Hag haBanot, le donne delle varie comunità si riuniscono in celebrazioni osservando rituali simbolici, condividendo dolci e cibo, specialmente formaggio salato in ricordo di Giuditta e cantando canzoni della tradizione sefardita, il tutto con l’intento di unire le diverse generazioni di donne nelle comunità. Le protagoniste dei racconti alla base delle celebrazioni sono le donne della tradizione ebraica come Giuditta, Anna figlia di Mattatia, Sara, Rebecca, Ester e Debora (queste ultime chiamate le quattro donne della luce), donne che con la loro forza e sicura identità possono essere di ispirazioni per le nuove generazioni di ragazze.
A Hanukkah non solo eroi
Nel medioevo le celebrazioni per Hanukkah non si fermano solo al ricordo delle gesta dei Maccabei; proprio in questo periodo i Rabbini associano alla festa anche le vicende di Giuditta che, per un malinteso storico, oggi vengono temporalmente sovrapposte alle vicende dei Maccabei. Benché non storicamente connesso con le vicende narrate nei libri dei Maccabei, il libro di Giuditta condivide con questi ultimi il primato del coraggio e la salvaguardia dell’identità ebraica al costo della vita. Giuditta, una giovane vedova di Bethulia, non si rassegna nel vedere la sua città e per estensione la terra di Israele cadere sotto il potere di Oloferne, generale dell’imperatore Nabucodonosor. Determinata e armata del suo ingegno e bellezza, Giuditta riuscirà a sconfiggere Oloferne decapitandolo nel sonno e permettendo agli israeliti di attaccare l’esercito nemico.
La seconda eroina associata con la festività di Hanukkah e ricordata a Hag HaBanot è Anna che fa il suo ingresso sulle scene del secondo libro dei Maccabei. Anna madre di sette figli che verranno tutti uccisi dalle forze elleniche poiché rifiutatisi di svendere la loro identità ebraica agli idoli stranieri. Anna è il simbolo di una madre forte che davanti al dolore per la perdita dei figli non rinnega la sua identità e vive di emunah. La morte di Anna e i suoi figli non è fine a sé stessa ma innesta una risposta immunitaria verso l’imposizione aliena che guiderà le eroiche sollevazioni contro il dominio straniero.
Celebrare al femminile: ieri e oggi
Secoli di diaspora e movimenti intorno al globo hanno fatto scemare le celebrazioni di questa festa, rilegandola purtroppo al ricordo di generazioni passate.
Una tradizione particolarmente sentita prevede la presentazione delle ragazze che si approcciano a celebrare il bat mitzvah, una sorta di “ballo delle debuttanti”, le quali ricevono dalle proprie nonne, mamme e zie le benedizioni che le accompagneranno nell’ingresso dell’età adulta religiosa e dei regali che prevedono gioielli o monili di famiglia. In alcuni minhag, come quello Tunisino dell’isola di Djerba le donne si recano in sinagoga per baciare il rotolo della Torah, mentre a Salonicco il minhag prevede una giornata di digiuno e riconciliazione su ispirazione dello Yom Kippur.
Data la forte impronta femminile e per estensione femminista della ricorrenza, nuove tradizioni stanno emergendo soprattutto tra le comunità Reform della diaspora statunitense. Oggi è possibile trovare suggerimenti per celebrare la festa dando onore alle donne e alla Shekinah, la presenza di D-o che secondo la mistica ebraica ha caratteristiche femminili. L’intento è quello di dare alle donne un maggior ruolo nell’osservanza delle tradizioni e precetti partendo da una festa che per definizione è donna.
In Israele invece, la festa sta tornando ad essere celebrate dalle giovani donne di origine mizrachi e sefardite, a ricordare la propria origine con orgoglio e fierezza sottolineando la bellezza dei minhag diversi da quelli europei.
Se siete interessati ad assistere alle celebrazioni, vi lasciamo qui due link per due Ha HaBanot virtuali, uno in Israele e uno negli Stati Uniti:
AllNightFeminism celebration of Hag HaBanot
Chag haBAnot: a north African celebration of Women, by JIMENA