Cultura
La Notte dei Cristalli: l’orrore raccontato da chi c’era in un libro

Un libro per non dimenticare: “The Night Of The Broken Glass: Eyewitness Accounts of Kristallnacht” raccoglie le testimonianze di ventuno ebrei perseguitati il 9 e 10 novembre del 1938

Ventuno testimonianze, ventuno racconti di ebrei che hanno vissuto l’orrore della notte del 9 novembre 1938, quando, per ordine di Adolf Hitler e del suo ministro della propaganda Joseph Goebbels, bande di nazisti incendiarono più di mille sinagoghe tra Germania ed Austria, distruggendo centinaia di negozi che appartenevano ad ebrei. Uta Gerhardt e Thomas Karlauf hanno raccolto quei tragici momenti nel libro The Night Of The Broken Glass: Eyewitness Accounts of Kristallnacht, ricostruendo l’origine della Kristallnacht, messa in moto utilizzando come scusa l’omicidio di un funzionario tedesco nell’ambasciata a Parigi da parte di un ebreo polacco che protestava contro l’espulsione dei suoi genitori dalla Germania.

Uta Gerhardt e Thomas Karlauf hanno utilizzato per la pubblicazione di questi racconti il materiale di un  libro (Nazi Madness) mai pubblicato e scritto dal sociologo Edward Hartshorne. Sono storie di sinagoghe date alle fiamme, di case distrutte, di violenza cieca messa in atto da band di neonazisti accecati dall’odio a e dall’alcol. Oltre trentamila gli ebrei arrestati (400 le vittime) e deportati in campo di concentramento e rilasciati solo dopo aver dichiarato solennemente che se ne sarebbero andati dalla Germania nazista.

Tra le testimonianze più dure, quella del responsabile di un orfanotrofio ebraico nella Ruhr che riesce a mettere in salvo i bambini mentre decine di nazisti mettono a ferro e. fuoco la struttura distruggendo sistematicamente tutto. Ancora più duri i racconti delle persone incarcerate a Buchenwald in quei giorni, sistematicamente picchiate, recluse in recinti con filo spinato elettrificato, prese a calci mentre erano per terra stremate dalla stanchezza e lasciate per giorni senza cibo ed acqua. O, ancora, la storia di un insegnante razzista che perseguita un bambino ebreo costringendolo a sedersi da solo, lontano dai compagni di classe, oltre ad impedirgli di frequentare la piscina della scuola per “non contaminare l’acqua tedesca”.

E poi le case degli ebrei prese d’assalto e distrutte da band di ubriachi mentre ufficiali nazisti puntavano la pistola alla tempia dei proprietari. Uno scenario dell’orrore reso ancora più insopportabile dall’assenza di qualsiasi intervento da parte della popolazione tedesca che in silenzio disapprovava le azioni delle bende d’assalto neonaziste. Un silenzio pesante e colpevole, dettato dalla paura e dal terrore ma pesantissimo. I libro riporta infatti i racconti della opposizione silenziosa da parte di alcuni funzionari e poliziotti che pur provando disgusto per le violenze naziste non hanno mosso un dito. Un macigno che pesa ancora oggi nella ricostruzione di quei giorni.

 

 


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