Dal magazine americano The Forward uno spunto di riflessione sul concetto di libertà di parola. Per dirci che nell’ebraismo il confronto riguarda persino Dio…
Cosa significa persuadere? Certo, la domanda poggia su solidissime basi storiche e filosofiche, a cominciare dall’arte oratoria di antichissimi natali. Ma pensiamo all’attualità: cosa significa, oggi, persuadere? E, ancora, ha senso nel 2020 concentrarsi su questa arte? Sono domande che si è posto il magazine di cultura ebraica The Forward, cui ha deciso dedicare al tema una serie di puntate. Si comincia dal free speech e dal suo ruolo nella società contemporanea. Ma naturalmente per farlo si passa dal Talmud, territorio di libertà assoluta in termini di contraddizione e di difesa del proprio punto di vista. Anche oltre ogni evidenza divina, anzi, celestiale…
Joel Swanson infatti riporta nel suo articolo una storia del Talmud in cui alcuni rabbini si confrontano su problemi di kasherut per trovarsi d’accordo nel considerare il forno non kasher. Tutti tranne uno, Rabbi Eliezer ben Hyrcanus che non è disposto a cedere per nessuna ragione: per lui, il forno è puro. “Se Dio è concorde con il mio punto di vista, questo albero di carrube lo dimostrerà”, dice ai suoi oppositori Rabbi Eliezer. E l’albero si alza da terra per volare via. Ma gli altri gli rispondono che la legge ebraica non è basata su alberi di carruba. Così Rabbi Eliezer è in cerca (e ottiene anche) altri segni divini della validità del suo pensiero, fino a far comparire una voce celestiale che spiega agli altri rabbini la giustezza delle sue affermazioni. Beh, sembrerebbe chiusa la questione. E invece no: gli altri rabbini citano il Deuteronomio 30:12, che afferma che la Torah “non è in cielo”. E poiché la Torah non è in cielo, le voci celesti non hanno un’autorità speciale per interpretarla. Come il rabbino Yirmiyah ricorda al rabbino Eliezer: “Poiché la Torah è già stata data dal Monte Sinai, non prestiamo attenzione alle voci celesti”.
Il rabbino Eliezer può avere il cielo dalla sua parte, ma non importa. La sentenza rabbinica di maggioranza resta in piedi.
Ancora più radicale è la risposta di Dio: lungi dall’essere arrabbiato o turbato dal fatto che i rabbini abbiano usurpato l’autorità celeste sulla Torah, Dio si diverte. La storia si conclude dicendoci che Dio ascolta questo dibattito rabbinico in cielo, sorridendo e ridendo. “I miei figli hanno trionfato su di me; i miei figli hanno trionfato su di me”, dice Dio.
La conclusione? Un elogio della libertà di parola. Anzi, una lezione sulla certezza del dubbio: persino Dio è disposto a sbagliare e ad essere battuto dagli interpreti. Dunque, chi siamo noi per pensare di possedere tutta la verità, e per non essere disposti ad ascoltare coloro che non sono d’accordo con noi?