Si chiama Progetto Genesi l’associazione per la difesa dei diritti umani attraverso l’arte contemporanea. Che arriva a Milano con una proposta espositiva e didattica
Memoria, identità, potere, genere e ambiente. Sono questi i macrotemi che guidano l’iniziativa Progetto Genesi, un’associazione nata per difendere i diritti umani con un mezzo abbastanza speciale: l’arte contemporanea. Grazie alla curatela di Clarice Pecori Giraldi la Collezione Genesi ha cominciato a prendere forma con la selezione di opere di artisti di tutto il mondo e di diverse generazioni, che riflettono sulle urgenti, complesse e spesso drammatiche questioni culturali, ambientali, sociali e politiche del nostro tempo. Obiettivo numero uno: la creazione di una cittadinanza più responsabile e socialmente attiva.
Un secondo nucleo della collezione si è appena aggiunto ad arricchire la proposta culturale che ora è in viaggio per coinvolgere tutti nella discussione dei temi cardine di Progetto Genesi. La prima tappa della seconda edizione della manifestazione approda alla Triennale di Milano con Arte e diritti umani, un’iniziativa espositiva ed educativa itinerante, a cura di Ilaria Bernardi. In mostra 15 nuove opere della Collezione mai esposte fino ad ora degli artisti Marcellina Akpojotor (Lagos, Nigeria, 1989); Radcliffe Bailey (Bridgetown, NJ, 1968); Filippo Berta (Treviglio, Bergamo, Italia, 1977); Sonia Gomes (Caetanópolis, Minas Gerais, Brasile, 1948); Lauren Halsey (Los Angeles, California, 1987); Patricia Kaersenhout (Den Helde, Olanda, 1966); Hung Liu (Changchun, China, 1948); Tala Madani (Tehran, Iran, 1981); Marco Perego (Salò, Brescia, Italia, 1979); Robert Peterson (Miami, Florida, USA); Doris Salcedo (Bogotá, Colombia, 1958); Ai Weiwei (Pechino, Cina, 1957); Billie Zangewa (Malawi, 1973).
Accanto a loro, altre 15 opere selezionate dalla prima collezione perché particolarmente efficaci a trasmettere i valori dell’associazione. Gli artisti in questo caso sono Morteza Ahmadvand (Khorramabad, Iran, 1981); Leila Alaoui (Parigi, Francia, 1982-Ouagadougou, Burkina Faso, 2016); Soudeh Davoud (Tehran, Iran, 1988); Anne de Carbuccia (New York, USA, 1968); Zehra Dogan (Diyarbakır, Kurdistan, 1989); Alfredo Jaar (Santiago del Cile, Cile, 1956); Zhanna Kadyrova (Brovary, Ucraina, 1981); JR (Parigi, Francia, 1983); Iva Lulashi (Tirana, Albania, 1988); Ibrahim Mahama (Tamale, Ghana, 1987); Azikiwe Mohammed (New York, NY, Stati Uniti, 1981) Zanele Muholi (Umlazi, Sudafrica, 1972); Shirin Neshat (Qazvin, Iran, 1957); Gideon Rubin (Tel Aviv, Israele, 1973); Henry Taylor (Ventura, USA, 1958).
Ad accompagnare il visitatore è un percorso tematico che comincia con La memoria di un popolo, intorno alla memoria collettiva di ogni comunità, tra tradizione e storia; Un’identità multiculturale, tema che apre le porte a un discorso complesso sulla definizione di identità nel rispetto reciproco tra culture diverse; Le vittime del Potere, a proposito delle violenze perpetrate e tollerate dai governi sui propri cittadini. Altre tre sezioni cmpletano il percorso per parlare di pregiudizio e ingiustizie basate sul colore della pelle negli Stati Uniti con Il colore della pelle; La condizione femminile mette inscena il ruolo della donna in quei contesti contesti, privati o pubblici, dove vige la supremazia maschile; infine uno sguardo ai danni causati dall’uomo all’ecosistema e la conseguente urgenza di trovare un nuovo equilibrio tra uomo e natura attraverso uno sviluppo sostenibile è la proposta dell’ultimo argoento, La tutela dell’ambiente.
Quanto alla parte educativa del progetto, sono in calendario workshop gratuiti e aperti a tutti, visite guidate e un programma pnsato su misura per le scuole a cura dell’Associazione Gariwo. Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano – partecipa al progetto con una proposta interessante. Ha coinvolto i delle Delegazioni FAI e in particolare i mediatori del progetto FAI Ponte tra Culture, ideato dall’Associazione Amici del FAI e volto a favorire il dialogo interculturale tra persone di diversa provenienza geografica. Sono proprio questi ultimi, provenienti da diversi paesi del mondo, a raccontare le opere della Collezione Genesi. Il loro contributo originale è ascoltabile in podcast scaricando l’app di Progetto, mentre domenica 5 marzo e domenica 2 aprile cinque di loro, Tetyana (dall’Ucraina), Lisa (dalla Russia), Randa (dalla Siria) Heba (dall’Egitto) e Carolina (dall’Ecuador), saranno presenti in Triennale per raccontare le proprie storie.
Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani, iniziativa espositiva ed educativa itinerante, a cura di Ilaria Bernardi.
Triennale Milano, dal 22 febbraio al 2 aprile 2023, aperta da martedì a domenica, dalle 11:00 alle 20:00
Main sponsor della tappa milanese della seconda edizione di Progetto Genesi è Eni, con il contributo di Intesa Sanpaolo, Banor SIM Spa e Fondazione Pirelli.