Si svolge a Berlino la storia raccontata nelle canzoni di uno dei dischi-capolavoro del rocker di New York. Da riascoltare…
Berlin non fu un successo quando venne pubblicato nel 1973. Per ragioni incomprensibili venne recensito come un mezzo disastro artistico. Ma non era così.
Ci vollero infatti anni perché venisse considerato per quello che è, ovvero uno dei capolavori della discografia di Lou Reed. Berlin è un concept album oscuro, inquieto, angosciante, che si cala nelle pieghe più dolorose del disagio della vita.
Divenne un disco concept grazie all’insistenza di Bob Ezrin (il produttore jewish che ha lavorato anche con i Pink Floyd, i Kiss ed Alice Cooper). Ezrin aveva ascoltato la canzone Berlin, contenuta nel primo disco di Reed del 1972, e voleva che il rocker chiudesse il cerchio della storia che quel brano narrava.
La storia di una coppia americana , Jim e Caroline, che si trasferisce a Berlino, dove conduce una vita tragica all’insegna di droghe, prostituzione, litigi che sfociano nella violenza domestica, perdita della custodia dei figli e depressioni che portano al suicidio (quello di Caroline).
Dal punto di vista musicale, Berlin è un’opera lontanissima dal sound del disco precedente, Transformer. Berlin è un album che gira intorno a un ciclo di canzoni quasi brechtiano, con arrangiamenti orchestrali, archi e fiati in evidenza E poi, i testi, realizzati avendo come stella polare lo stile letterario di giganti come William S. Burroughs, Hubert Selby Jr., Allen Ginsberg e Raymond Chandler.
Negli ultimi anni della sua vita, Lou Reed ha suonato dal vivo l’intero disco, cosa che non era mai successa nei decenni precedenti. Una preziosa testimonianza dello spettacolo è il dvd Berlin: Live at St. Ann’s Warehouse, uno spettacolare film concerto diretto da Julian Schnabel.
Giornalista, autore, critico musicale. Dopo numerose esperienze