Nei midrashim riguardanti Esodo troviamo sottolineato il ruolo non solo di Miriam, ma di tutte le donne del popolo ebraico. Pare infatti che fossero loro a guidare e spronare gli uomini nell’uscita dall’Egitto, e che non avessero partecipato alla caduta – di fede e di stile – del Vitello d’oro.
Come ogni anno Pesach si avvicina, la celebrazione più temuta da ogni donna ebrea, o che abbia avuto in sorte un maritino ebreo, con conseguente prole. Sì, perché la Pasqua ebraica è una festa meravigliosa, che riunisce la famiglia attorno al tavolo per una cena specialissima accompagnata dai miei canti preferiti, ma è anche un’immane fatica: prima, durante e dopo.
Infatti la ricorrenza è preceduta da una minuziosissima kasherizzazione della casa e dalla corsa alla spesa in comunità , che poi i famosi muffins che troneggiano tra le prime righe del menù non sono mai riuscita ad accaparrarmeli in tempo. Prima del Seder si cucina come matte, cose che poi però molto spesso avranno la consistenza dei sassi, causa la combo no lieviti no latticini che accomuna tutto il menù. Sopravvissute a tutto questo ci saranno poi gli 8 giorni di spignattamento kasher le Pesach e il riordino della casa finito il periodo pasquale.
Mi sembra dunque doveroso riconoscere in Pesach anche la festa della donna ebrea, e sorpresa sorpresa, pare che la pensino come me anche i nostri saggi in moltissimi midrashim. Miriam, la sorella di Mosè, è infatti la seconda star della vicenda. Anzi, a ben guardare, è solo grazie a lei che Mosè può svolgere il suo compito di salvatore, perché da lei è stato precedentemente salvato. La sorella maggiore per eccellenza infatti, ha profetizzato la nascita del fratellino liberatore degli oppressi, e ha anche escogitato il piano che gli ha permesso di diventare il nostro più importante profeta, seguendolo lungo il fiume mentre dondolava a sua insaputa in una cesta, offrendolo come figlio adottivo alla figlia del Faraone, e trovandole pure la baby sitter ideale, la loro mamma. Ma il merito di Miriam non finisce qui. Una volta che Moishele si fa grandicello e inizia la sua avventura di salvatore, sempre impegnato in un sfiancante botta e risposta con il Signore e col Faraone, lei si fa assieme all’altro fratello Aronne, portavoce della volontà mosaica tra il popolo. Così la nostra profetessa diviene la leader delle donne, le guida e canta con loro per celebrare la vittoria sugli egiziani dopo il passaggio del Mar Rosso.
Quindi a Pesach ricordiamo Dio e la sua benevolenza, Mosè e la sua fede, ma pensiamo anche a tutte quelle donne che hanno creduto, vegliato, spronato e nutrito, e che lo fanno ancora.
Nei midrashim riguardanti Esodo troviamo sottolineato il ruolo non solo di Miriam, ma di tutte le donne del popolo ebraico. Pare infatti che fossero loro a guidare e spronare gli uomini nell’uscita dall’Egitto, e che non avessero partecipato alla caduta – di fede e di stile – del Vitello d’oro.
Mi piace pensare che sia andata così veramente, che fossero le madri, le figlie, le mogli e le sorelle le più attive ed entusiaste nella liberazione dal giogo della schiavitù, nell’affermazione del popolo ebraico. In fondo senza l’elemento femminile che ha reiterato la tradizione per secoli e secoli, e ha trovato il modo di cucinare schiscette in fretta e furia – purtroppo senza lievito – anche nelle situazioni più urgenti come la fuga da un paese nemico, l’ebraismo non ci sarebbe più. Quindi a Pesach ricordiamo Dio e la sua benevolenza, Mosè e la sua fede, ma pensiamo anche a tutte quelle donne che hanno creduto, vegliato, spronato e nutrito, e che lo fanno ancora.
Nata a Milano nel 1988, un cursus honorum composto da scuola ebraica, a liceo classico Alessandro Manzoni e Università di Bologna, dove studia Islamistica e Arabo. Tra corsi di lingua in Marocco ed esami di Antropologia culturale, capisce che il suo cuore batteva ancora e sempre più forte per la Storia e la Cultura ebraica. Sceglierà di fare un dottorato di ricerca sul movimento sabbatiano, collaborando al contempo con la redazione umanistica della scuola online Oilproject. Ora vive spostandosi tra Milano, Parigi e Bologna. Fra un treno e l’altro, si è sposata e ha avuto una bambina, Anna Searà.
carissima Rachele, leggo sempre volentieri le tue righe , le tue intuizioni, le tue visioni e le angolazioni diverse. Miriam è una bella donna, capace di esserci e di danzare, di gioire e di spronare, come ben dici tu; ma , ahimè, sarà poi colpita dalla lebbra perchè mormorò contro quel fratello tanto amato e forse invidiato, che comunque la risanerà. trovo interessante anche questa relazione tra fratelli stimolante, ognuno con un ruolo ben preciso ! Miriam sa guardare oltre , oltre la cesta, oltre la nustrice , oltre le piramidi ! Donna di grande intuito, capacità organizzativa e passione, Miriam ( nome non molto usato tra gli ebrei o sbaglio?) è anche ( guarda caso ) il nome della Madonna. Paralleli ed interssezioni di un femminile tutto da scoprire e da imitare. con simpatia. Margherita