Riflessione in prima persona sul rapporto tra diritti umani e libero arbitrio.
Impossibile, per me, non pensare al libero arbitrio in relazione ai diritti umani. Perché è il diritto di esercitare la nostra umanità: senza questo passaggio iniziale di responsabilità non ci sarebbe l’uomo inteso come individuo capace di ponderare e scegliere, di cadere e di rialzarsi, di trucidare e di salvare, di brillare e di sparire. Sembrerà banale, ma in effetti il primo vero diritto – nonché dovere – che abbiamo l’occasione di esercitare quotidianamente è quello di decidere secondo coscienza.
Un’educazione ebraica diviene quindi un ottimo humus per potersi avvicinare all’idea dei diritti con l’equipaggiamento giusto, un background fatto di responsabilità e dovere – che si sa, senza dovere non c’è diritto. Nascere e crescere in un sistema di precetti negativi e positivi che regolano le giornate dalla sveglia mattutina al modo di lavarsi, di mangiare, di studiare, di sposarsi, di amare, di riposarsi, comporta un allenamento eccellente nell’arte della classificazione e della scelta.
Ogni azione, anche la più banale, per un ebreo consapevole diventa un monito, una presa di posizione nei confronti di se stesso, dell’Altissimo e del prossimo. Quante volte scorrendo il menù di un ristorante e scegliendo quale prelibatezza sbafarsi ho pensato: “Accidenti, con questa semplice ordinazione trasgredisco la kasherut in tre modi diversi tutti assieme”. Sì, perché non è mica detto che la scelta sia sempre quella conforme alla legge, la decisione può anche essere quella di vivere in un modo diverso, di fare proprio soltanto qualche precetto, però la consapevolezza (e qualche volta il senso di colpa?) della decisione resta. È in quest’utilizzo consapevole, serio e profondo, che il libero arbitrio – dono divino immenso e al contempo così pericoloso e fragile – si sublima. È questo il senso dell’uomo creato a immagine di Dio, la nostra capacità di riflessione e di scelta. La nostra determinazione, allora, rivela ogni giorno una possibilità, nel pieno esercizio della nostra libertà e della nostra umanità, in una rielaborazione continua del diritto e del dovere.