Progetti inclusivi di recupero e mantenimento dei siti storici abbandonati
L’ESJF European Jewish Cemeteries Initiative, un progetto a fondi europei, pubblicherà a settembre un report sullo stato dei cimiteri ebraici in Europa. Un risultato già rilasciato mostrerebbe che il 44% dei cimiteri visitati si trova in un severo stato di negligenza.
Perché? Tra le ragioni, molti cimiteri non hanno più un guardiano a seguito di persecuzioni – molti villaggi dell’Europa dell’Est si ritrovarono completamente senza abitanti dopo pogrom e Shoah.
Inoltre aprendo il database ADL per gli incidenti a sfondo antisemita, appare evidente che molti incidenti di vandalismo avvengono nei cimiteri: l’ultimo nel Maryland, il 4 luglio 2021, dove le tombe del cimitero ebraico in German Hill Road sono state ricoperte con lo spray di svastiche.
I cimiteri non vengono distrutti solo da piccoli vandali, ma nel secondo dopoguerra anche sistematicamente sotto ordine delle autorità. Un libro di Krzysztof Bielawski disponibile solo in polacco, dal titolo “L’annientamento dei Cimiteri Ebraici” illustra la distruzione di massa dei cimiteri ebraici polacchi, spiegando che i mandanti non furono solo i nazisti, bensì lo stesso governo polacco. Tra le centinaia di esempi riportati è presente anche il cimitero di Varsavia: negli anni ’50 le autorità di Varsavia decisero di convertire il cimitero in un parco.
Alcuni cimiteri sono invece quasi scomparsi e irriconoscibili, veri e propri cimiteri perduti. Gli stessi ricercatori del European Jewish Cemeteries Initiative hanno scoperto nuovi cimiteri durante il percorso di ricerca, utilizzando mappe, documenti e droni per localizzare siti dimenticati. È l’esempio del cimitero ebraico di Bath, o di quello di Bratislava, mentre in Moldavia è stato scoperto anche un Mikveh.
Il tema è caro al 24enne ungherese Matyas Kirali: il suo account Instagram, Abandoned Jewish Memories, è un report digitale di più di 100 luoghi ebraici abbandonati o dimenticati. Per ogni luogo, Kiraly cerca la documentazione perduta e organizza iniziative per il ripristino e mantenimento degli spazi.
Alla riscoperta seguono fortunatamente diversi progetti di restaurazione. Sempre in Ungheria, nel 2020, un accademico di studi ebraici si è imbattuto casualmente in quello che poi ha scoperto essere il cimitero di Tállya. Dopo aver organizzato delle iniziative di manutenzione, Csodak Vandorai ha utilizzato l’occasione per creare più eventi di sensibilizzazione alla scomparsa della cultura ebraica in Ungheria, invitando i suoi correligionari cattolici alla manutenzione dei siti. “In molti luoghi, il cimitero è l’ultimo monumento visibile di comunità un tempo prospere”. Chi è interessato può contribuire alla causa oppure visitare l’account Facebook . Su youtube ci sono alcuni video che documentano i suoi sforzi, insieme ai volontari.
L’esempio più recente di un progetto collettivo e pedagogico di restaurazione di un cimitero ebraico si è svolto in Slovacchia. Il cimitero di Vinodol, a 80 km da Bratislava, era infatto sommerso dalla vegetazione e in disuso dalla Seconda guerra mondiale. 105.000 ebrei slovacchi persero la vita durante la Shoah. Il cimitero è stato scoperto da Vladimir Spanik, un uomo di 73 del luogo: per stimolare la memoria del tragico passato comune a ebrei e Roma nella Shoah, Spanik ha pensato di coinvolgere la comunità Roma locale nella ristrutturazione. L’iniziativa si è svolta nel giugno 2021.
Se una tomba è simbolo di qualcosa, il degrado di un cimitero lo è altrettanto. Quanti fondi saranno necessari al recupero delle migliaia di cimiteri abbandonati in Europa?