Cultura
Robbie Robertson: il ritorno dell’ebreo-mohawk del rock and roll

Un nuovo album, Sinematic, dopo otto anni e la colonna sonora del film di Martin Scorsese, The Irishman: la rinascita di un musicista unico e inimitabile

Sua madre era un’indiana Mohawk, cresciuta nella Six Nation Reserve a sud di Toronto, in Canada. Il padre, Alexander David Klegerman, era invece ebreo, morto prematuramente in un incidente avvenuto lungo un’autostrada americana mentre stava sostituendo una gomma della sua auto (la vera storia delle radici ebraiche di Robertson è mirabilmente raccontata nell’articolo  The Secret Jewish History of Robbie Robertson and The Band pubblicato da Forward.com).

Lui, Robbie Roberston, è uno di quei musicisti che hanno contribuito alla grande storia del rock. Prima con il suo gruppo, The Band, che negli anni Sessanta, dopo aver accompagnato Bob Dylan in concerto (nel 1966) ha inciso una serie di album indimenticabili come Music from the Big Pink (con tre brani scritti da Dylan), The Band e Stage Fright.

La fine del gruppo è documentata da uno straordinario film concerto diretto da Martin Scorsese, The Last Waltz che racconta l’ultima apparizione del gruppo alla Winterland Arena di San Francisco nel 1976. Con The Band sul palco, per l’ultimo saluto al gruppo, Bob Dylan, Neil Young, Van Morrison, Eric Clapton, Joni Mitchell , Emmylou Harris e Muddy Waters.

Tra le perle della carriera di Robertson anche i suoi album solisti. In particolare Storyville del 1987 e il capolavoro Music for Native Americans, uno dei più grandi dischi di sempre di world music, colonna sonora del documentario The Native Americans, realizzato insieme ai nativi Red Road Ensemble.  

Dopo otto di silenzio (l’ultima incisione del 2011 è stata How to become claoirvoyant) è venuto il momento del grande ritorno.

Il 20 settembre uscirà infatti Robbie Robertson Sinematic.

Il titolo è evocativo e racconta di un progetto musicale che trae ispirazione dai suoi trascorsi come compositore di colonne sonore per film.

I 13 nuovi brani esplorano gli angoli più oscuri della natura umana.

Per Sinematic, Robertson ha attinto al suo recente lavoro per le colonne sonore dell’atteso nuovo film di Martin Scorsese, The Irishman, e del documentario in uscita, Once Were Brothers: Robbie Robertson and The Band”, basato sul suo libro bestseller del 2016, Testimony.

Il documentario verrà proiettato in anteprima mondiale giovedì 5 settembre in occasione della serata inaugurale del 44° Toronto International Film Festival.

“Stavo lavorando alla musica di The Irishman ed a quella del documentario, e questi due progetti si stavano sovrapponendo” racconta Robertson. “Ho intravisto un percorso definito: come in un film, si intrecciavano immagini a tratti ossessive e violente, ma anche piacevoli e positive. Seguendo quelle immagini, tutto ha preso forma. Ad un certo punto, ho iniziato a chiamare questo sound Peckinpah Rock, in riferimento a Sam Peckinpah, l’immortale regista di western come The Wild Bunch o Pat Garrett and Billy The Kid”.

Gianni Poglio

Giornalista, autore, critico musicale. Dopo numerose esperienze radiofoniche e televisive, ha fatto parte della redazione del mensile Tutto Musica e del settimanale Panorama (Mondadori). Conduttore dii talk show per Panorama d’Italia Tour, con interviste “live” ai protagonisti della musica italiana e di dibattiti tra scienza ed intrattenimento nell’ambito di Focus Live, ha pubblicato per Electa Mondadori il libro “Ferdinando Arno Entrainment”


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