Intervista con l’Assessore alla scuola per le materie ebraiche e progetti internazionali della lista Wellcommunity
La vicenda che ruota intorno al bando per il nuovo Dirigente scolastico ha una cronologia ben precisa e un’evoluzione temporale complessa anche a causa della situazione attuale e delle restrizioni Covid.
Confermo che a fine gennaio era stata abbozzata una proposta insieme all’assessore Colombo: ho infatti sempre collaborato sui progetti concernenti la scuola in pieno spirito di condivisione, molto è stato fatto insieme e così è accaduto anche in quella occasione. La discussione del progetto però non è mai stata tradotta in un documento vincolante, tale bozza è stata sottoposta alle due liste e nella mia lista sono emerse delle perplessità come quella legata al fatto che la tempistica proposta avrebbe potuto lasciare la scuola senza il Preside e anche alla grande considerazione della figura assolutamente competente che ci stava traghettando nella complessa situazione attuale e non solo. Abbiamo quindi legittimamente deciso di non continuare su questa strada, considerando il fatto che in questo momento e con una situazione critica dovuta al Covid fosse più importante garantire una continuità piuttosto che preparare in fretta e furia un bando che avrebbe esposto la scuola a rischi e incertezze. Per noi semplicemente non era e non è il momento.
Quali sono i bisogni della scuola attualmente?
Attualmente la scuola ha bisogno di essere traghettata fuori dall’emergenza covid tenendo in considerazione i bisogni dei ragazzi che sono e rimangono la nostra priorità. Questo è importantissimo: occorre riprendere le lezioni in presenza, i ragazzi iniziano a risentire di enormi disagi a livello emotivo e noi abbiamo il dovere di essere vicini a loro il più possibile e garantire una continuità. Molti progetti sono stati messi in piedi per salvaguardare il loro equilibrio.
Appena sipotrà, vorremmo realizzare esperienze che al momento sono in sospeso, prime tra tutte la possibilità di un Erasmus durante gli anni del liceo in altre scuole ebraiche con le quali abbiamo instaurato i primi contatti. Lo studente della nostra scuola sarà uno studente capace di studiare in altre lingue e di affacciarsi al mondo universitario forte di una preparazione solida ed internazionale. La scuola resta un momento fondamentale nello sviluppo dell’identità dei ragazzi e siamo fiduciosi di poter riprendere presto anche i viaggi in Polonia e in Israele che rappresentano delle tappe essenziali del loro percorso.
Segnalo la costante presenza di EFI, Educating for impact, consorzio di fondazioni no profit che supporta le scuole ebraiche europee e sarà un partner importante anche nel futuro.
Il preside deve avere da un lato conoscenza naturalmente del mondo della scuola, con contatti e modalità atte a muovercisi con sicurezza , dall’altro capacità manageriali che possono consentire un continuo sviluppo dell’offerta formativa promuovendola verso la comunità. Il preside deve avere una visione per la scuola del futuro, un luogo dove sviluppare l’identità dei ragazzi e che permetta di traghettarli all’università con tutti i requisiti per affrontare un mondo sempre più competitivo. Last but not least deve saper mixare i punti precedenti con i valori e le connotazioni tipiche del fatto che la nostra è una scuola ebraica e quindi con un fil rouge ben determinato ovviamente coodinandosi sempre con il rabbino capo quale direttore delle materie ebraiche. Ci tengo a sottolineare che Agostino Miele ha fortemente sostenuto l’introduzione della Tefilla alla scuola media, avendo perfettamente introiettato lo spirito di una scuola che da ai valori dell’identità ebraica una valenza fondamentale.
La scuola del futuro è la scuola che tutti sceglieranno per l’eccellenza, per i suoi docenti all’avanguardia, e ne abbiamo davvero tanti, per i suoi programmi al passo con i tempi, per il rispetto tra studenti che provengono dalle diverse edot della nostra Comunità, per l’attenzione al valore dell’identità ebraica attraverso lo studio della cultura, della storia, della religione e della lingua ebraica. Una scuola che non lascia indietro nessuno e che verrà frequentata dalla maggior parte dei suoi studenti per l’intero ciclo di studi.
Non lo so, certamente pagano lo scotto di una divisione che esiste da sempre e purtroppo non siamo riusciti, per tantissimi motivi, a smussare le differenze. E’ certamente una sconfitta di tutti e ci auguriamo che il futuro veda collaborazioni più fattive e serene. Da parte nostra crediamo di aver fatto del nostro meglio per poter portare avanti questo mandato e lo dico con grande onestà.
È nata a Milano nel 1973. Giornalista, autrice, spesso ghostwriter, lavora per il web e diverse testate cartacee.