Appuntamento milanese “Dal 7 ottobre alla pace” in calendario per il 21 marzo
Sinistra per Israele presenta il Manifesto Nazionale Dal 7 ottobre alla pace, in calendario per giovedì 21 marzo a Milano, a due giorni dalla data romana. Partecipano Lele Fiano, in qualità di Segretario Nazionale di Sinistra per Israele, Manuela Dviri in collegamento da Israele, Roberto Cenati, Piero Fassino e Luciano Belli Paci, introdotti da Lia Quartapelle.
Sottolineando il ruolo storico che l’associazione Sinistra per Israele porta avanti dalla sua nascita nel sostenere Israele e il suo diritto a esistere indipendentemente dai suoi governi, Lele Fiano spiega come è nato questo manifesto: «In questo momento, con i riflessi di questa tragedia sulle vittime di Hamas e sui civili di Gaza, ci troviamo davanti a un rinnovato antisemitismo e a una demonizzazione di Israele e vogliamo dire che per noi in quel territorio si confrontano due diritti e che la pace deve portare alla realizzazione dell’idea per cui devono esistere due stati per due popoli. Oggi è difficilissimo parlare di questo, ma il nostro manifesto chiede il cessate il fuoco per la liberazione degli ostaggi e per portare aiuti alla popolazione palestinese, per interrompere la guerra proponendo una critica ai governi di destra che si sono succeduti in Israele fino a quello attuale. Inoltre ci proponiamo di far conoscere meglio la realtà di Israele e di porre l’attenzione su un uso scorretto delle parole di questa guerra. Come? In un lavoro politico volto a fare chiarezza», spiega il segretario nazionale di Sinistra per Israele.
A questo proposito, Manuela Dviri ci invia qualche riga di commento da Israele: «Ho sentito la sofferenza di chi scopre che l’antisemitismo che ormai credevamo un vago ricordo si è svelato come esistente», spiega, motivando la sua partecipazione all’evento, «E ogni ebreo è diventato un israeliano e ogni israeliano un ebreo, il che non è necessariamente vero. Cinque mesi fa i terroristi urlavano “ammazzare gli ebrei” e quell’urlo lo ho ancora nelle orecchie, perché è stato messo in pratica. Ora in Israele siamo tornati a decine di migliaia a protestare ogni giorno e ancora di più ogni sabato sera contro il governo peggiore mai avuto e abbiamo bisogno di voi così come voi avete bisogno di noi».
All’evento romano hanno partecipato circa 120 persone e ha chiuso i lavori Piero Fassino che, come si legge nell’articolo di Massimiliano Boni su riflessimenorah.com, «ha evidenziato come la riunione rappresenti essa stessa un atto politico, capace di imporsi a quelle frange estremiste che fino all’ultimo hanno tentato di impedirla. A tal proposito ha condannato fermamente la decisione del Senato accademico dell’università statale di Torino di ritirarsi dal bando di concorso indetto dal ministro degli esteri e della cooperazione con le università israeliane. Ha poi ripercorso la nascita e gli obiettivi di Sinistra per Israele, sorta già dopo la Guerra dei sei giorni, per dare uno strumento a chi riteneva necessario difendere Israele nella sinistra italiana». Nell’articolo si legge anche la sottolineatura di Fassino circa l’Europa: «è necessario per l’Europa non essere equidistante da Israele e dai palestinesi, ma praticare “un’equivicinanza”».