Racconta l’autrice: “Elvis ha donato milioni di dollari a più di 50 diverse associazioni benefiche, tra cui il Memphis Jewish Community Center, che gli ha concesse l’iscrizione gratuita quando non aveva soldi…”.
Da decenni si parla di una jewish side di Elvis Presley, una serie di connessioni ed affinità sottolineate ed evidenziate in più articoli apparsi sulle testate di tutto il mondo. Suggestioni e fatti reali che adesso hanno trovato una casa comune nel libro scritto da Roselle Kline Chartock: The Jewish World Of Elvis Presley.
Il libro della Kline Chartock sottolinea come in apparenza Elvis e il mondo ebraico non avessero nessun punto di contatto. Solo in apparenza, però, perché nonostante Presley fosse cresciuto in una famiglia cristiana fondamentalista del profondo sud degli Stati Uniti (dove non sono mancati episodi di ostilità nei confronti degli ebrei), Elvis Presley avrebbe comunque sviluppato una profonda affinità con gli ebrei. Il libro racconta infatti la natura dei rapporti personali che Elvis ha sviluppato con gli ebrei con cui ha stretto amicizia a Memphis e con quelli che ha incontrato nell’industria musicale e cinematografica. Dettagli che rivelano uno degli aspetti meno noti della vita e della carriera del Re del Rock.
In un’intervista rilasciata a berkshireedge.com l’autrice del libro racconta: “Quello che ho cercato di raccontare è un lato molto diverso di Elvis Presley, che ho ammirato tremendamente. Elvis ha donato milioni di dollari a più di 50 diverse associazioni benefiche, tra cui il Memphis Jewish Community Center, che gli ha concesse l’iscrizione gratuita quando non aveva soldi. Quel luogo e poi è diventato il posto in cui giocava a racquetball nel cuore della notte, quando una volta diventato famoso, non riusciva ad avere una privacy adeguata. Ho scoperto che non solo aveva antenati ebrei, ma aveva anche migliori amici ebrei… Era molto interessato alla letteratura ebraica, alla musica ebraica, alla filosofia ebraica. Prendiamo il suo parrucchiere, Larry Geller, per esempio. Il loro primo incontro fu l’inizio di un rapporto spirituale e intellettuale molto stretto. Tanto che ad un certo punto Presley disse a Geller “Per favore, cerca di aiutarmi a rispondere ad alcune delle domande che mi pongo sul senso della mia vita…”.
Secondo Forward il libro di Roselle Kline Chartock spiega come Elvis, non fosse un estraneo al mondo ebraico: “La madre di Presley, Gladys, raccontò infatti al giovane Elvis della sua bis-bisnonna ebrea. Nancy Burdine, un’immigrata ebrea lituana, si stabilì a Memphis nel diciannovesimo secolo e allevò una famiglia, che comprendeva 3 figli: Sidney, Jerome e Martha. Martha ebbe una figlia, Octavia, che diede alla luce Gladys, che sposò Vernon Presley e che, nel 1935, diede alla luce due gemelli, Jessie Garon, morto appena nato, ed Elvis Aaron… Non solo: per alcuni anni anni i Presley hanno vissuto al primo piano di una casa bifamiliare (di proprietà di un macellaio kosher di nome Dubrovner). Alfred e Jeannette Fruchter vivevano al piano di sopra con i loro figli. Alfred Fruchter era il preside di una scuola ebraica e rabbino della congregazione ortodossa associata. Nonostante le differenze sociali e religiose e le due famiglie iniziarono a frequentarsi e pare che i Presley fossero regolarmente invitati alla cena dello Shabbat almeno una volta al mese…”.