Mini selezione dei volumi in libreria
Blanche e Claude di Melanie Benjamin, Neri Pozza. Siamo all’Hotel Ritz di Parigi, nel 1940. La storia inizia venti anni prima, quando Blanche, bella americana approdata nella ville lumière con il sogno di fare l’attrice nella fiorente industria cinematografica locale, incontra Claude. Si innamorano e insieme realizzeranno il sogno di lui: dirigere il prestigioso hotel di Place Vendôme. Poi, la storia: 1940, appunto, e i due si ritrovano a occuparsi del prestigioso albergo non più per conto di Mme Ritz, la vedova di César Ritz, ma al servizio di arroganti ufficiali nazisti. Troppo per Blanche Ross, americana infiammata dal coraggio e… maestra nell’arte dell’inganno. Storia di un amore e, insieme, di un Grand Hotel tra le cui mura sono state scritte alcune delle pagine più oscure del Novecento.
Blanche e Claude di Melanie Benjamin, traduzione di Federica Oddera, Neri Pozza, 352 pagine, 18 euro
Sedici parole, Nava Ebrahimi, Keller editore. Ci sono parole ancestrali, che forse non sappiamo nemmeno di conoscere. Ma che poi magicamente risuonano in noi, come se facessero parte della nostra storia. Proprio come succede in questo libro: l’autrice ne sceglie 16, una per ogni capitolo, per raccontare l’identità. Per raccontare anche di un percorso, di un passaggio all’età adulta, di un ritorno e di un essere sospesi tra mondi diversi, in questo caso biograficamente per l’autrice tra quello dell’Iran e quello della Germania. La storia inizia dopo la morte della nonna della protagonista, Mona, che decide di tornare in Iran per un ultimo saluto a quella donna testarda, orgogliosa e con la battuta sempre pronta. Trova però un Paese sconosiuto, inafferrabile, da lasciare in fretta per tornare alla solita vita di Colonia. Ma l’incontro con un vecchio amore e un viaggio a Bam – l’antica città che dopo un disastroso terremoto è solo il fantasma di ciò che era un tempo – cambia ogni cosa. Quella visita si trasforma in un confronto inatteso con le proprie origini e la storia di famiglia, con segreti di cui è sempre stata all’oscuro. Attraverso, appunto, sedici parole. Premiato come Migliore debutto dell’anno in Austria. Sedici parole, Nava Ebrahimi, traduzione di Angela Lorenzini, Keller editore, 336 pagine, 18 euro.
#ODIO, Federico Faloppa, Utet. E sempre a proposito di parole, ci sono anche quelle dell’odio. Dei discorsi d’odio, gli hate speech di cui si parla spesso perché dominano il mondo dei social, ma non solo: le parole dell’odio corrono anche nella comunicazione privata o nella socializzazione da bar. E il linguista Federico Faloppa sottolinea che le parole che feriscono non sono solo gli incitamenti all’odio urlati o le invettive spregiudicate. Il discorso d’odio agisce in modo subdolo, politicamente trasversale e in forme meno esplicite: con metafore, reticenze e false ironie si esprime spesso al riparo da accuse e provvedimenti giudiziari, disseminando parole offensive, narrazioni stereotipate, stratagemmi retorici capaci di fomentare, in sordina, vecchi e nuovi “odiatori”. Questo libro è un manuale di resistenza che prende le mosse da un fatto di cronaca: il rientro in Italia di Silvia Romano (e tutto ciò che ha suscitato a proposito di odio). Ma poi dell’odio delinea una genealogia storico-giuridica, indica le spie linguistiche, fornisce strumenti di contrasto.