Dal libro “Ricette e precetti” di Miriam Camerini con le ricette di Benedetta Jasmine Guetta e Manuel Kanah e le illustrazioni di Jean Blancheart
Rosh HaShanà è in arrivo e cogliamo l’occasione per presentarvi la terza e ultima puntata di storie da cucinare dal libro Ricette e Precetti di Miriam Camerini (ed. Giuntina). Un viaggio tra cibi, sapori e storie sacre che si intreccia all’Europa.
Che sia poco agro e molto dolce
Dimenticate spumante, lenticchie e cotechino: questo è un Capodanno diverso. La sera di luna nuova di settembre o di ottobre, la festività di Rosh Ha-Shanà inaugura l’anno nuovo secondo il conteggio ebraico, che pone la sua data di origine nei sei giorni della creazione del mondo. Il capodanno ebraico è una festa solenne, che fornisce a chi lo vive con rigore l’opportunità di ripartire da capo, tracciando un bilancio dei mesi trascorsi e delle azioni commesse, degli obiettivi raggiunti e di ciò su cui serve maggior impegno. Capodanno è tempo di conteggi dell’anima e ravvedimento, di preghiera e di pentimento, ossia del proposito di intervenire positivamente sulle nostre vite, che sono cicliche e tonde, ma anche protese a spirale verso l’alto, proprio come il corno d’ariete, lo shofar, che si suona in tale occasione, cosicché ognuno di noi torna sulle azioni commesse e sulle esperienze vissute, ma per redimerle.
Il cibo gioca un ruolo centrale persino in un giorno tanto austero, poiché l’intera famiglia si riunisce per una cena ricca di simboli e tradizioni. Mele, miele e melagrana servono a propiziare un anno di dolcezza e ricco di mitzvòt (precetti osservati e/o buone azioni compiute), simboleggiate dai numerosi chicchi della melagrana. Alcuni ebrei, soprattutto turchi e greci sefarditi, tengono in serbo per l’occasione una profumata cotogna. L’usanza di mangiare pesce deriva dal fatto che questo si moltiplica rapidamente e in abbondanza, promettendo quindi fertilità e prolificità nell’anno che si dischiude. Un’altra ragione a favore del pesce è che questo è ritenuto un animale fortunato perché – vivendo negli abissi marini – nessun malocchio o pensiero malvagio lo può raggiungere. Numerosissime sono le ricette di capodanno a base di pesce, mentre l’accostamento di dolce e agro è tipico della cucina ebraico-italiana e ci ricorda che la vita è un’alternanza continua di giorni lieti e tristi, e che dopo ogni amarezza il destino ha in serbo per noi qualcosa di dolce. Gustando un pesce marinato in miele e aceto ci auguriamo che – nell’anno che nasce – prevalga sempre la dolcezza.
Pesce marinato in miele e aceto
Porzioni: 4 persone
Tempo: 90 minuti
Ingredienti
800 g di pesce (spigola, dentice o orata)
2 spicchi d’aglio per pesce
olio extravergine d’oliva
aceto
miele
sale
pepe
Procedimento
Pulite il pesce che avete scelto da tutte le sue viscere e lavatelo con abbondante acqua. Preparate una salsa di olio, aceto, molto miele, sale, pepe.
Riponete il pesce in un contenitore, mettete due spicchi di aglio nel ventre del pesce e versate la salsa nel contenitore.
Aspettate 30 minuti che la marinatura faccia il suo lavoro.
Scolate il pesce grossolanamente e chiudetelo in un cartoccio di stagnola e infornate in forno preriscaldato a 160° per circa 40 minuti.
Servite caldo con uno spicchio di limone.