Cultura Libri
Vademecum di lettura per il 25 novembre

Un breve, del tutto personale, decisamente non esaustivo, consiglio di letture per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

 

Miriam Towes, Donne che parlano, ed. Marcos y Marcos, EUR 18,00

L’ultimo libro di Miriam Towes ripercorre una vicenda realmente accaduta in Bolivia, nella colonia di Manitoba, nel 2011. Si tratta della storia di più di 130 donne, che ripetutamente narcotizzate e stuprate, vengono convinte di essere state abusate da Satana. Si svegliano doloranti e non sanno bene perchè. Finchè non si rendono conto che a violentarle sono i padri, zii, fratelli, cugini, amici della piccola comunità in cui vivono. I giornali non ne parlano, e se ne parlano accennano a ghost rapes. Queste donne però si alleano, aiutate da August, che, sapendo leggere e scrivere a differenza loro, può scrivere i verbali delle riunioni in cui devono decidere cosa fare: restare e non fare niente, restare combattere, andarsene. Donne che parlano è un inno alle donne che si aiutano, che fanno gruppo, e agli uomini che le rispettano, le amano davvero, le supportano; è un inno al coraggio in tutte le sue forme, al potere della parola in un contesto in cui questa viene tolta. Un libro estremamente capace di essere al tempo stesso “lieve” e profondo.

 

Mario Tobino, Le libere donne di Magliano, ed. Mondadori, EUR. 10,00

“Questi matti sono ombre con le radici al di fuori della realtà, ma hanno la nostra immagine (anche se non precisa), mia e tua, o lettore. Ma quello che è più misterioso domani potranno avere, guariti, la perfetta immagine, poi di nuovo tornare astratti, solo parole, soltanto deliri.” scrive Mario Tobino. Le libere donne di Magliano è l’equivalente di un pugno nello stomaco, di cui senti gli effetti anche solo ripensandoci. Si sviluppa come il diario di un medico di un manicomio femminile pre-Basaglia. Tobino, che psichiatra lo era davvero, passa da una storia all’altra, da una donna all’altra, con fluidità e rispetto del loro dolore. Si tratta di donne vittime di se stesse, della loro malattia, di una società che ancora non sa come aiutarle ma solo come contenerle. Non solo vivono la condizione di malati psichiatrici, che fino al 1975 di fatto era l’equivalente di una condanna, ma oltretutto, donne, sono ancora più emarginate. È nudo, violento, doloroso, estremamente vero.

 

Stella Gibbons, La Fattoria delle Magre Consolazioni, ed. Astoria, EUR. 17,00

Stella Gibbons ci regala uno dei migliori personaggi femminili che possiate leggere: Flora è adorabilmente snob, e perfettamente antipatica. Non le interessa più di tanto comprendere il diverso modo di vivere proprio del povero sfortunato che le capita davanti. Con  cocciutaggine e assoluta sicurezza in se stessa cambia coloro che la circondano, che questi se ne rendano conto o meno. Così quando si ritrova i fondi tagliati, e ha bisogno di trovare qualcuno che la ospiti e provveda al suo vitto e alloggio, decide di recarsi dai cugini, senza chiedersi neanche per un secondo se questi possano essere d’accordo o meno. Arriva alla Fattoria delle Magre Consolazioni (il cui nome è già tutto un programma) e sconvolta dalla follia assoluta che la circonda, si mette a lavorare per porre fine a tanta insensatezza. E così comincia la storia di una donna assolutamente fuori dall’immagine stereotipata a cui siamo abituati. Un libro che fa ridere, ma ridere veramente, e che riesce a far stare quasi simpatica un delle donne più spiacevoli e fuori luogo di cui si possa leggere. Quasi.

 

Sandra Petrignani, La corsara, ed. Neri Pozza, EUR. 18,00

“Natalia Ginzburg è entrata nel Dna di una nazione, diventando una specie di persona di famiglia”, scrive Sandra Petrignani. Che per scrivere questo libro si è imbattuta in una relazione a sorpresa con la Ginzburg. Se la riteneva una scrittrice troppo “austera e severa, malinconica e reticente” per incendiare le sue passioni giovanili e quindi entrare nel novere delle sue autrici, la riscopre in tutta la sua grandezza. E ne fa, appunto, una corsara: scrittrice controllata e tagliente, saggista appassionata, traduttrice di proust, giornalista e parlamentare. Tante le storie lungo la vita di questa autrice, così acuta e visionaria, quelle che ha vissuto sulla sua pelle, tra amori, lutti e grandi amicizie, e quelle che ha narrato nei suoi libri. Tra linguaggi diversi, cambi di registri, assoluta tristezza e grandiosa ironia, ha saputo raccontare l’Italia, ma soprattutto l’essere umano. Ma forse, come ha dichiarato Petrignani, occorre prima capire Natalia Ginzburg come persona, per poi capirla come scrittrice. E La corsara è anche questo: un sentiero, una proposta, per scoprire Natalia.

 

Laura Pariani, La valle delle donne lupo, ed. Einaudi, EUR. 19,50

Fenísia C è ormai arrivata alla fine della sua vita, in questo romanzo “intervista”. Ci viene presentata schiva, restia a farsi intervistare dalla voce narrante, questa donna di città sconosciuta, così diversa da lei. Eppure quando inizia a parlare offre con generosità un mondo che non esiste più, se non nei suoi ricordi. Partendo dalla propria infanzia da emarginata, bambina strana, adolescente innamorata di un amore impossibile in quel momento, amica e cugina fedele, donna sempre e comunque contro. La sua storia parte nel 1928 e racconta la guerra, le violenze subite in casa, l’emarginazione. La scrittura stessa è quasi viscerale, scorre come scorrono i pensieri della stría, segue i suoi flussi e le sue pause. Questo romanzo è un romanzo di montagna, è un romanzo femminile, è un romanzo di ribellione. La valle delle donne lupo è il luogo di queste donne eccentriche, delle streghe, delle balenghe. “Era semplicemente che, quand’una nasce, la famiglia è già pronta con uno stampino, come quello delle torte. Ma evidentemente qualche bambina ha una forma che non si adatta allo stampo. Per questo la pestano cosí tanto: perché non si rassegna, non si arrende”.

 


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