Analisi di un verso della Torah che permette di “assaggiare” un pizzico di eternità
Uno dei testi che vengono recitati più frequentemente nella liturgia di Yom Kippur è:
Ricordaci per la vita, sovrano che ama la vita, e inscrivici nel libro della vita, per te, Forza di vita
Questa centralità della vita è in armonia con quanto scritto nella Torah [Deut. 30:19]:
E sceglierai la vita
Ma come scegliere la vita? Essa fa parte delle cose che non possiamo dominare, giacché vivere non dipende da noi. Un passo biblico non molto lontano dal precedente [Deut. 32:47] però illumina questo concetto dicendo:
Perché essa non è cosa vuota da voi, perché essa è la vostra vita.
Questa frase è davvero particolare, con questo “da voi” (spesso infatti tradotto “per voi”), che i maestri interpretano: “Se la cosa è vuota, questo viene da voi” [JT Peah 1: 1.]. L’idea che esprime questo commento, quindi, è che quando contempliamo il vuoto nelle cose, è in realtà il nostro vuoto che contempliamo.
Per questo, quando in questi giorni esprimiamo speranza di vita, dobbiamo ricordarci che non si parla di quantità di tempo, ma di densità e spessore. Non si tratta di aggiungere anni alle nostre vite, ma di aggiungere vita agli anni che ci saranno eventualmente concessi.
Questa densità è una vera e propria forma di eternità, l’unica della quale si possa essere assolutamente certi, e a cui abbia senso anelare.
Gmar Hatimà Tovà.